Undici titoli in cartellone da novembre ad aprile con i grandi protagonisti della scena, dall´attrice, scrittrice e conduttrice Chiara Francini a Debora Caprioglio con Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti. Le dichiarazioni di Andrea Delogu e Valeria Ciabattoni
ALGHERO - Focus sul gioco delle passioni tra (auto)ritratti al femminile e racconti d'amore e d'amicizia, immortali capolavori e testi di autori contemporanei, raffinate coreografie e performances acrobatiche con la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa, Danza e Circo Contemporaneo organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Civico di Alghero con il patrocinio del Comune di Alghero e il sostegno della Fondazione Alghero, il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e il contributo della Fondazione di Sardegna. Undici titoli in cartellone da novembre ad aprile con i grandi protagonisti della scena, dall'attrice, scrittrice e conduttrice Chiara Francini a Debora Caprioglio con Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti, alle eclettiche attrici e performers Benedicta Boccoli e Lorenza Mario, e ancora Caterina Costantini e Eva Grimaldi con Eva Robin's e Evelina Nazzari, Marco Quaglia con Adalgisa Manfrida e Lucrezia Forni e tre giovani talenti isolani come Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis e Leonardo Tomasi.
Michele Sinisi firma la regia di “Tradimenti” di Harold Pinter con Stefania Medri e Stefano Braschi e Valentina Esposito porta in scena la sua visionaria e distopica “Destinazione non umana”; spazio alla danza con “Tango Fuego” della compagnia Naturalis Labor e “Le Quattro Stagioni” di COB / Compagnia Opus Ballet mentre il Teatro del Sottosuolo propone “Paidia” nel segno del cirque nouveau. Un ricco carnet di eventi per una Stagione 2022-2023 ricca di fascino e di emozioni, pensata per attrarre differenti fasce di pubblico, dagli amanti della prosa agli appassionati di danza, con una particolare attenzione verso le giovani generazioni, con un focus sulla drammaturgia d'oltre Manica, da Harold Pinter a Mike Bartlett e sugli autori italiani, da Gianni Clementi a Fausto Paravidino, da Roberta Skerl a Valentina Esposito e Chiara Francini per affrontare temi universali e questioni cruciali del presente, dall'amore (e il disamore) all'ambiguità dei legami, dal ruolo e la condizione delle donne al rapporto tra genitori e figli, i labirinti della mente e i meccanismi del potere, la perdita degli ideali, le ambizioni e i sogni d'artista e perfino lo spirito del gioco e la fantasia.
Ouverture –
mercoledì 30 novembre alle 21 – con “Una ragazza come io” dove Chiara Francini, anche autrice del testo con Nicola Borghesi (che firma la regia), si racconta, ripercorrendo i momenti fondamentali della sua vita: «l’infanzia di paese, i nonni con cui è cresciuta, la famiglia matriarcale, l’adolescenza, il percorso di ragazza di provincia sano e caparbio, il desiderio odierno combattuto e vivissimo di voler diventare mamma e la fierezza dell'essere ora e sempre una diversa, una strana, una fuoriposto, un’inadeguata, una parvenue». Un monologo frizzante in cui l'artista si mette a nudo, parla di sé e rivela «cosa significhi per lei essere una donna oggi».
La magia e il divertimento del nouveau cirque –
martedì 6 dicembre alle 21 - con “Paidia” del Teatro del Sottosuolo, uno spettacolo di e con Ado Sanna e Lorenzo Gessa, «di sapore nonsense con retrogusto noir»: una performance che sposa clownerie e giocoleria, numeri virtuosistici e ironia per regalare un pizzico di “follia”. Sotto i riflettori due artisti che condividono «una propensione al ritrovarsi in bilico tra brivido ed errore, una complicità nel preferire gli ultimi e un’indispensabile curiosità intellettuale»: sulla falsariga del libro di Roger Caillois “L’uomo e il gioco”, mettono in scena la “Paidia”, ovvero «l’improvvisazione, la sorpresa, la novità», in un poetico ritorno all'infanzia.
Focus sul conflitto generazionale –
mercoledì 14 dicembre alle 21 – con “Snowflake” di Mike Bartlett, con Marco Quaglia, Adalgisa Manfrida e Lucrezia Forni per la regia di Stefano Patti: una pièce che parla «della difficoltà di ascoltarsi in questo periodo storico». Il dialogo interrotto tra un padre e una figlia, un silenzio che dura da tre anni, da quando lei è andata via di casa, mentre lui spera che possa tornare, magari in occasione del Natale, perché certi legami resistono nonostante la distanza e le differenze ideologiche. «Una fotografia del nostro contemporaneo che ci fa ridere e piangere, mentre ognuno di noi riconosce le proprie fragilità e riesce a vedere le ragioni dell’altro».
Un affresco del Belpaese negli Anni Quaranta –
domenica 15 gennaio alle 21 – con “Preziose Ridicole”, dal capolavoro di Molière, con Benedicta Boccoli e Lorenza Mario, in scena con Stefano Artissunch, che firma adattamento e regia: invece delle due provinciali prese in giro da corteggiatori respinti, le protagoniste sono due artiste d’avanspettacolo che si esibiscono in una sorta di “Café Chantant”. Qui «il Prezioso è Lo Spettacolo, “Lo Show” dove comici e cantanti lottano per essere all'altezza delle proprie ambizioni» – spiega Artissunch –. «Come non cogliere il parallelismo con la nostra società dove i social network offrono a tutti l'illusione di essere al centro del mondo?»
Un classico “triangolo” sentimentale si colora di sottili sfumature psicologiche –
lunedì 30 gennaio alle 21 – in “Tradimenti” di Harold Pinter, nella versione di Michele Sinisi, uno dei più interessanti e originali artisti contemporanei, in scena con Stefano Braschi e Stefania Medri per una riflessione sulla precarietà delle relazioni. La pièce ripercorre la storia di Emma e Jerry, amico di Robert, il marito tradito, quasi per flashback, in un viaggio a ritroso nel tempo seguendo il filo dei ricordi e delle emozioni, per un'indagine sull'amore e sul desiderio, le insicurezze e le fragilità, le segrete inquietudini, le illusioni e il disincanto, in una mise en scène moderna e avvincente.
La sensualità del popolare ballo argentino –
venerdì 10 febbraio alle 21 – con “Tango Fuego” di Naturalis Labor, con ideazione, coreografie e regia di Luciano Padovani: sulle note del Trio Tango Spleen, i tangueros Loredana De Brasi e Samuele Fragiacomo, Sebastian Nieva e Celeste Rey, Ayelen Sanchez e Walter Suquia interpretano un seducente racconto per quadri. Una grammatica intessuta di sguardi, di passi, di mani che si stringono e piedi che si incrociano, fatta di incontri e addii, vibrante di passione e struggente malinconia, al ritmo sincopato e vertiginoso di «un pensiero triste che si balla», per riscoprire il fascino di un folgorante «romanzo d'amore che si consuma in tre minuti».
Una gioventù smarrita e disorientata –
sabato 25 febbraio alle 21 – in “Due Fratelli” di Fausto Paravidino (vincitore del Premio Riccione Teatro 1999) con Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis e Leonardo Tomasi, per la regia di Maria Assunta Calvisi: una “commedia” nera incentrata sul legame tra Boris e Lev e la difficile convivenza con la loro coinquilina Erica. Tra dialoghi serrati, in cui emergono conflitti e contraddizioni, segreti di famiglia e traumi e ferite del passato, i tre protagonisti si mostrano in tutta la loro vulnerabilità, ciascuno con le sue idiosincrasie e ossessioni, finché la situazione quasi claustrofobica “esplode” in un drammatico e inquietante, forse inevitabile finale.
La strana avventura di una coppia –
venerdì 10 marzo alle 21 – con “Buoni da morire” di Gianni Clementi, con Debora Caprioglio e Pino Quartullo accanto a Gianluca Ramazzotti, per la regia di Emilio Solfrizzi: un cardiochirurgo affermato e la moglie, in ansia per un figlio “allo sbando”, decidono di trascorrere la vigilia di Natale insieme ai volontari, per dare conforto e assistenza ai clochards. Un'esperienza insolita che li induce a ripensare la propria scala di valori, rinsaldando il loro legame e facendo loro scoprire il gusto della solidarietà... salvo poi ritrovarsi davanti alla porta uno di quei barboni, ex compagno di scuola del figlio, con il dilemma se accoglierlo o lasciarlo fuori al gelo.
Una riflessione sulla predestinazione e sulla brevità dell'esistenza –
domenica 19 marzo alle 21 – con “Destinazione non umana”, la pièce scritta e diretta da Valentina Esposito e interpretata da Fabio Albanese, Alessandro Bernardini, Matteo Cateni, Chiara Cavalieri, Christian Cavorso, Viola Centi, Massimiliano De Rossi, Massimo Di Stefano, Michele Fantilli, Emma Grossi, Gabriella Indolfi, Giulio Maroncelli, Piero Piccinin, Giancarlo Porcacchia, Fabio Rizzuto, Edoardo Timmi. «Una favola senza morale, amara e disumana» – spiega l'autrice e regista – «costruita sulle solitudini alle quali ci costringe il tempo che viviamo e sul pensiero della morte, sul dolore, la rabbia, la paura. Sullo sforzo bestiale di vivere contro e nonostante la certezza della morte».
Ironia in scena –
sabato 1 aprile alle 21 – con “Tutto per Lola” di Roberta Skerl, una brillante commedia in giallo con Caterina Costantini, Eva Grimaldi, Eva Robin's e Evelina Nazzari accanto a Geremia Longobardo per la regia di Silvio Giordani: le protagoniste sono ex professioniste dell'amore, ormai in pensione, che si godono la meritata tranquillità. Nella quiete della loro villetta irrompe però il delitto: le quattro signore, anche per i loro trascorsi burrascosi, finiscono per essere sospettate, ma proprio in una situazione così difficile e pericolosa emergono i legami di amicizia e solidarietà che permettono loro di fare fronte comune contro la cattiveria e le insidie del mondo.
Sulle note di Antonio Vivaldi –
venerdì 14 aprile alle 21 – “Le Quattro Stagioni” di COB / Compagnia Opus Ballet con coreografia di Aurelie Mounier: geometrie di corpi in movimento per raccontare l'eterno ciclo dei mesi e delle stagioni, i mutamenti del paesaggio e della luce. Una creazione originale per «meditare sul rapporto tra la natura, l’uomo e il tempo» – si legge nella presentazione – «prendono così forma nel nostro pensiero, le piante, gli animali, il vento, i sassi…»: il risveglio della natura e l'ardore dell'estate, i colori dell'autunno e la quiete dell'inverno si traducono in quadri danzati, ricchi di suggestione, che riflettono il ritmo e il respiro della vita.