Carlo Mannoni
27 settembre 2022
L'opinione di Carlo Mannoni
2052, l´anno che verrà
Il 2052 non è così lontano in termini politici. Proviamo ad immaginare di esserci. Sono passati trent'anni dalla schiacciante vittoria della destra alle elezioni politiche del 2022 in Italia. Nel corso di tale periodo si sono succedute diverse consultazioni elettorali con l'alternarsi di governi di differente colore e composizione. In nome della stabilità, accettata da tutti i partiti, si è continuato a votare con il Rosatellum, il famigerato sistema elettorale introdotto da una legge del 2017. Un sistema antidemocratico che ha sempre più allontanato i cittadini dalla politica, espropriandoli del diritto di scelta dei propri rappresentanti nell'esercizio del diritto di voto. Nel 2027 i votanti sono stati 20 milioni (55% di astenuti), 15 milioni nel 2032 (64% di astenuti), 10 nel 2037 (77% di astenuti), 7 nel 2042 (85% di astenuti) e 4 milioni nel 2047 col 91% di astenuti.
Anno 2052. In nome della governabilità, dopo 5 anni di promesse e assicurazioni, i partiti al governo del paese hanno ancora una volta confermato il sistema elettorale in vigore dal 2017. Dall'opposizione solo tenui balbettii contrari, segno di un tacito accordo con la maggioranza. Il 20 maggio di quest'anno si è recato al voto per le elezioni politiche solo un milione di persone che da sole hanno eletto il nuovo parlamento in nome e per conto dei 45 milioni aventi diritto al voto. L'astensione ha sfiorato la misura record del 98%. In Sardegna i 15 parlamentari rappresentanti l'isola sono stati eletti da appena 30mila elettori.
Anno 2052. Al momento dell'insediamento, il nuovo premier, dopo aver ricevuto i rappresentanti del movimento di contestazione del sistema elettorale chiamato "Ragazzi del 2022", oggi trentenni, ha dichiarato che nella legislatura corrente verrà proposto al parlamento un nuovo sistema elettorale, ormai improcrastinabile, per dare finalmente voce agli elettori nella scelta dei propri rappresentanti in proporzione al peso di ciascun partito. Si è mossa con un ultimatum anche l'Europa che ha definito la situazione italiana "intollerabile". A rischio gli ultimi 5 miliardi rimasti non spesi dei 191 del PNRR assegnati all'Italia nel 2021. "Ci diamo tempo un anno per la presentazione della proposta della nuova legge elettorale concordata con l'opposizione", ha dichiarato il premier italiano, rassicurando l'Europa. Anche in Sardegna, il presidente della Regione in carica ha promesso in una conferenza stampa, dopo aver rivendicato dallo Stato l'applicazione del principio costituzionale di insularità rimasto sinora inattuato, la presentazione di un disegno di legge elettorale in sostituzione di quella approvata nel 2013, al fine di consentire la più ampia rappresentanza democratica nel consiglio regionale. Ad Alghero, in consiglio comunale, si discute finalmente del piano urbanistico comunale.
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