S.A.
19 settembre 2022
Quotazioni record per agnello Igp
Sono state le più alte degli ultimi 30 anni. Il fatturato totale è stato di 62 milioni di euro al consumo, di cui 15 milioni dall’export
CAGLIARI - Le quotazioni dell’agnello Igp di Sardegna nella stagione passata sono state le più alte degli ultimi 30 anni: durante le festività natalizie e pasquali infatti, in media si sono ottenuti rispettivamente 5,54 euro al kg (pagato al pastore a peso vivo) e 6,80 euro al kg. Il fatturato totale è stato di 62 milioni di euro al consumo, di cui 15 milioni dall’export. Sono cresciuti anche gli agnelli marchiati Igp, in totale 784.983, con un +4% rispetto alla stagione 2020/2021 che ne registrò 753.938. E' quanto emerge dal report annuale del Consorzio di tutela dell'agnello igp di Sardegna. Dati fondamentali da cui partire per un’analisi necessaria a programmare la prossima stagione, soprattutto per ciò che riguarda le azioni di promozione, e che dimostrano dati in continua crescita per la filiera che, dai pascoli alla tavola, che continua a costruire basi di mercato sempre più solide e con il segno più. Questo anche grazie alla progettazione che ha portato il Contas all’ottenimento di risorse fondamentali per la promozione del prodotto e il conseguente miglioramento della filiera.
Partirà a breve infatti il programma il nuovo progetto “Agnello di Sardegna IGP: buono, sano, garantito” finanziato nell’ambito del bando relativo ai programmi di promozione dell’agri-food europeo Enjoy EU, che prevede azioni di promozione dentro e fuori i confini dell’Europa.
La nuova annata agraria si apre con una panorama economico nuovo per gli allevamenti iscritti al Consorzio di Tutela dell’Agnello Igp di Sardegna. Un panorama che seppur caratterizzato da incognite, dovute all’incertezza economica per la crisi energetica, gode però sopratutto di sempre crescenti certezze grazie alla solidità del marchio Igp che cresce all’interno del mercato globale. Un mercato che richiede sempre più la qualità dei prodotti e la certezza dell’origine.
Azioni che vanno di pari passo con l’analisi costante delle produzioni, che ora impongono, in avvio della stagione 2022-2023 di tracciare un bilancio e stilare un previsione per la nuova annata.
«Nel corso dell’annata 2021/2022 la filiera dell’agnello IGP di Sardegna ha registrato importanti numeri di crescita – spiega il direttore del Contas Alessandro Mazzette -, dal punto di vista delle aziende iscritte, delle produzioni e delle quotazioni sul mercato dei nostri agnelli a marchio IGP. La denominazione ha raggiunto quota 5100 aziende riconosciute (4798 soci e 302 non associati) a cui si aggiungono 25 imprese di macellazione e 16 di porzionatura. La provincia con il maggior numero di aziende è quella di Nuoro con il 32% dei soci, a cui segue Sassari con il 28%, Cagliari con il 21% e Oristano con il 19%. All’interno del Consorzio si registra una buona presenza della componente femminile con 919 donne (19%)». Nell’anno 2021 sono stati macellati 757 mila agnelli IGP, che rappresentano il 77% dell’intera produzione regionale e il 64% di quella nazionale riferita all’agnello da latte. Mentre, se consideriamo l’annata 2021/2022 (settembre 2021-agosto 2022) si sono certificati 784.983 capi IGP su 963.646 agnelli macellati in totale in Sardegna con una percentuale che supera l’81,5%, dato che dimostra un ulteriore crescita della nostra denominazione del 4% rispetto allo stesso periodo del 2020/2021 quando si registrarono macellazioni per 753.938 IGP, una crescita quindi del 4% in una sola stagione.
Nell’annata passata sono state vendute complessivamente 4.972 tonnellate di carne con un fatturato complessivo di oltre 62 milioni di euro al consumo. L’agnello di Sardegna IGP ha fatto registrare nei volantini della grande distribuzione un differenziale di prezzo pari a circa 2 euro/kg rispetto all’agnello nazionale. L’export ha rappresentato il 25% dell’intera produzione con un fatturato che ha superato i 15 milioni di euro. Questa tendenza nelle vendite ha influenzato positivamente le quotazioni degli agnelli soprattutto durante le festività natalizie e pasquali, dove in media si sono ottenuti 5,54 euro/kg (pagato al pastore a peso vivo) e 6,80 euro/kg rispettivamente. Quotazioni mai registrate negli ultimi trent’anni in entrambi i casi. Questi dati sono il risultato di vari fattori fra i quali la crescente richiesta di prodotto certificato, una serie di importanti accordi commerciali siglati dal Consorzio di tutela con alcune insegne della GDO e ai numerosi controlli effettuati sulla filiera delle carni d’agnello che hanno portato ad una maggiore attenzione da parte delle istituzioni sulla corretta indicazione dell’origine delle carni. A questi effetti si è aggiunta la carenza di prodotto estero sul mercato nazionale causata dagli alti costi di trasporto e dalle problematiche legate alla logistica. Tuttavia, il mercato ha mostrano un calo sensibile delle quotazioni degli agnelli durante i mesi invernali di gennaio e febbraio e questo dato dimostra che diventa prioritario rendere operativi i vari progetti di diversificazione e destagionalizzazione e promozione che il Consorzio sta portando avanti negli ultimi anni al fine di arginare gli effetti del crollo dei consumi di carne, che in Italia si presenta subito dopo le feste.
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