S.A.
22 luglio 2022
«Peste suina, ridata dignità alla filiera»
11 lunghi anni che ha ridotto ai minimi termini una intera filiera, costata tanti sacrifici agli allevatori, in termini economici e non solo: le dichiarazioni di Battista Cualbu e Luca Saba di Coldiretti
CAGLIARI - È cominciato il countdown per la fine dell’embargo delle carni suine. Fra 148 giorni (il 15 dicembre), come annunciato dal presidente della Regione Christian Solinas e dal sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa, Bruxelles dovrebbe votare per porre fine alle restrizioni che dal novembre del 2011 impediscono l’esportazione oltre i confini sardi di carni suine (fresche ed a lunga stagionatura) ed ovviamente degli animali vivi.
Un embargo che a quel punto sarà durato 4.071 giorni, 11 lunghi anni che ha ridotto ai minimi termini una intera filiera, costata tanti sacrifici agli allevatori, in termini economici e non solo. «Grazie ad un lavoro duro e di squadra, la Sardegna oggi, in un momento in cui la peste suina si sta diffondendo in diverse regioni della Penisola – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, rappresenta un modello. In oltre 40 anni di peste suina non ha mai esportato il virus, e negli ultimi anni, a cavallo delle ultime due legislature, ha portato avanti un lavoro serio e un metodo che ha portato alla sconfitta, o comunque, al controllo della peste suina».
La fine dell’embargo libererebbe finalmente la suinicoltura che avrebbe davanti a se tante opportunità. «Un plauso va sicuramente ai tanti allevatori che seppur in condizioni difficili hanno creduto sempre in questo settore – dice il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - e, anche nei momenti più difficili, hanno rappresentato un modello, con allevamenti modello in biosicurezza ai quali troppo spesso si è dato poco peso e la giusta riconoscenza». «Il loro esempio e la loro esperienza sono un punto fermo – continua Battista Cualbu - e la speranza è che il settore si possa finalmente risollevare e ci possa finalmente rappresentare anche oltre i confini sardi».
Nella foto: Battista Cualbu
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