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16 luglio 2022
«Eolico offshore, impatto devastante su Alghero»
Durissima l´opposizione del sindaco al progetto: «Decidono di sventrare la città come nulla fosse. Vorrebbero fare i padroni in casa d’altri nel nome della sostenibilità e della modernità dietro la quale si celano profitti enormi, senza nemmeno discutere »
ALGHERO - Il Comune, attraverso tutte le proprie figure istituzionali e tecniche, sta valutando e analizzando l’iniziativa proposta, «ma è doveroso segnalare - rileva Mario Conoci - come questa stagione si stia sempre più caratterizzando come il tempo delle espropriazioni delle rappresentanze popolari. Non a caso, infatti, anche il Comune di Alghero viene a sapere di iniziative così rilevanti solo attraverso un formale “avviso” di pubblicazione diramata da un ufficio dello Stato. Ovvero, nessuna verifica è stata fatta dal decisore statale circa la disponibilità della comunità locale a farsi carico degli esiti di un progetto, proposto da un soggetto privato, così impattante sul territorio, sulla propria economia e sulla gente che in questo territorio vive ed opera».
«È scandaloso e offensivo ricevere un progetto, che per quanto riguarda Alghero, comprende mare e terra, col passaggio di un cavo ad alta tensione sui fondali vicini alla città e poi lo stesso cavo addirittura nel porto e nel cuore del centro storico per proseguire sul lungomare Garibaldi e in uno dei più popolosi quartieri cittadini come La Pietraia, senza che nessuno dei proponenti privati e dei riceventi pubblici abbia avuto il buon senso, per non dire la decenza, di discuterne con la comunità algherese» avverte il Sindaco.
«Decidono di sventrare la città come nulla fosse. Vorrebbero fare i padroni in casa d’altri nel nome della sostenibilità e della modernità dietro la quale si celano profitti enormi, senza nemmeno discutere e far capire quali vantaggi e utilità avrebbe la nostra comunità e la Sardegna a fronte dei sicuri svantaggi che ne deriveranno in termini di stravolgimento della città, di compromissione permanente dei luoghi e di vincoli trentennali che ne derivano. Nessuno con un po’ di buon senso si opporrebbe pregiudizialmente a fonti energetiche alternative, ma, altrettanto, nessuno può essere disposto a veder la propria città e il proprio territorio trattato come una colonia della quale disporre a proprio piacimento. Come è necessario in questi casi, bisogna rifare i conti, perché quando questi sono sbagliati (e in questo caso si son fatti i conti senza l’oste, cioè il popolo sardo), è necessario rifarli».
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