Carlo Mannoni
13 luglio 2022
L'opinione di Carlo Mannoni
Il cartello arrugginito del Cavall Marì
Il cartello sta lì da tempo, forse una decina d’anni.”Divieto assoluto d’accesso. Grave pericolo di caduta”, declama dai suoi 30 centimetri per 60 di latta arrugginita, rivolgendosi al pubblico di passaggio. Sta lì a presidiare, quale monito dell’autorità cittadina, il fatiscente fabbricato sul mare che fu un tempo il rinomato e quasi mitico El Fuego, successivamente ribattezzato “Tris Blu”. Pareva solo una questione di tempo (qualche mese, al massimo un anno, non di più), quando fu esposto dopo essere stato appeso con del fil di ferro alla barriera protettiva inalzata dinanzi all’ingresso del vecchio fabbricato. Invece di anni ne sono passati diversi e anche lui, una volta sfavillante nella lucentezza che talvolta fa sembrare la latta un metallo pregiato, presenta i segni di un declino inarrestabile come la struttura chiamato a presidiare.
Ebbene, qualche sera fa nel transitare dinanzi all’ex El Fuego, poi divenuto Tris Blu ma che ebbe i suoi natali come Cavall Marì, il menzionato cartello ha volutamente e insistentemente attirato la mia attenzione, quasi a volermi suggerire: “Scrivi qualcosa, richiama l’interesse della cittadinanza su questa incresciosa vicenda che ferisce non poco la coscienza degli algheresi. In tanti, turisti e non, si chiedono come possa essere accettato dalla comunità cittadina tale degrado di un bene pubblico che svilisce la più bella passeggiata sul mare di Alghero”. A volte le cose ti si rivolgono con una voce e un tono più persuasivi di quelli degli esseri umani e non ho saputo sottrarmi all’invito accorato che avevo colto. Sennonché, la mattina successiva, mentre mi accingevo a stendere alcune riflessioni sulla questione, ecco l’insperata notizia divulgata la mattina stessa dall’amministrazione comunale alla cittadinanza: “La struttura verrà recuperata con bando pubblico rivolto al capitale privato. Ci saranno anche spazi per una funzione pubblica”.
Parola della giunta comunale, forse anch’essa sollecitata e illuminata dal potere persuasivo dal cartello arrugginito. Se fossimo in chiesa, reciteremmo fiduciosi, o quantomeno speranzosi: “In alto i nostri cuori”, nell’aspettativa che ciò si realizzi. Anche se in non pochi, in città, vorrebbero far piazza pulita di ciò che resta della vecchia e gloriosa Alghero dei nightclub degli anni sessanta, ridando piena luce sul mare a quell’angolo sul Lungomare Dante. Battuto sul tempo, non ho tuttavia rinunciato a scrivere qualcosa sul tema. Perché siamo appena alla deliberazione comunale che ha il valore delle buone intenzioni. Tuttavia è, innegabilmente, un fatto positivo anche se ora attendiamo il bando vero e proprio e, soprattutto, il capitale privato disposto a investire nella struttura. Ci sarà? In caso negativo, ha l’amministrazione comunale un piano di riserva? Anni fa la giunta comunale guidata da Mario Bruno bandì un concorso d’idee per l’intero water front algherese; idea ambiziosa e meritoria ma non correttamente impostata e, infatti, tale bando non arrivò a conclusione. Questa giunta comunale sembra decidere, invece, per piccoli passi. Speriamo che portino alla giusta destinazione. Dimenticavo: fare il sindaco è uno dei mestieri più difficili. Avrei dovuto scriverlo in premessa, ma è giusto dirlo e ribadirlo, a scanso di equivoci.
*Scrittore
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