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S.A. 27 giugno 2022
Bonus edilizi, imprese sarde rischiano chiusura
Bonus edilizi: in Sardegna le imprese rischiano di morire di crediti. 150 i milioni di euro che non possono essere incassati. Rischio per 1.000 imprese e 5mila dipendenti. Le proposte di Confartigianato per lo sblocco cessioni
Bonus edilizi, imprese sarde rischiano chiusura

CAGLIARI - Sono circa 150 i milioni di euro, sul totale di oltre 1 miliardo di investimenti ammessi a detrazione nell’Isola, che le imprese sarde del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la
cessione dei crediti del Superbonus 110%. Sono questi i dati, stimati da Confartigianato Edilizia Sardegna, a fine dello scorso maggio; un patrimonio di crediti bloccati che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese. Dopo le denunce, gli appelli, le lettere verso le Istituzioni, i Parlamentari e gli Istituti Finanziari, Confartigianato ha chiesto al Governo di liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e di scongiurare il
fallimento di migliaia di imprese. Per questo considera indispensabile
un rapido intervento per sanare la situazione pregressa con un
intervento straordinario da parte dello Stato per una conversione dei
crediti in titoli negoziabili sul mercato.

Secondo i dati rilasciati da Enea sull’utilizzo del Superbonus 110% e
relativi al 31 maggio, in Sardegna le asseverazioni sono state
complessivamente 5.952 per un totale di investimenti pari a 1miliardo
e 039 milioni di euro e investimenti lavori conclusi di 708 milioni di
euro. I condomini registrano 449 asseverazioni per 381 milioni di
detrazioni (investimento medio di 849 mila euro), per le unifamiliari
le asseverazioni sono 3.959 per 483 milioni di investimenti
(investimento medio 122 mila), mentre per le case indipendenti le
asseverazioni sono 1.544 per 174 milioni di investimenti (investimento
medio 122mila).

«Dobbiamo disinnescare la “bomba” dei circa 150milioni di euro che non
possiamo monetizzare e la soluzione non può che passare attraverso il
ruolo degli Istituti di Credito: è fondamentale superare questo
momento di drammatico stallo per il settore – commenta Maria Amelia
Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – se stimiamo che
una impresa-tipo delle costruzioni in Sardegna possa avere un
fatturato medio di circa 150mila euro annui, questo blocco farebbe
chiudere i battenti a circa 1.000 imprese e manderebbe a casa oltre
5mila dipendenti». «Siamo all’ultimo capitolo di una storia surreale –
ricorda la Presidente - che da novembre 2021 ha visto il Governo
intervenire ben 9 volte con modifiche normative sul meccanismo della
cessione dei crediti».

Per questo Confartigianato Sardegna torna sull’argomento per
denunciare la situazione delle migliaia di imprese di costruzione che
rischiano addirittura di fallire per troppi crediti. «I continui cambiamenti delle regole hanno gettato nell’incertezza
gli operatori e reso estremamente prudente l’atteggiamento degli
intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei crediti –
sottolinea Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia
Sardegna - in molti hanno chiuso gli acquisti per raggiunta capacità
fiscale con il risultato che le imprese non riescono a recuperare i
crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e
non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi».

Confartigianato, a livello nazionale, per rimettere in moto il mercato
della cessione del credito e far ripartire i cantieri, ritiene
necessario ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le
banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione,
per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali, consentire
l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non
fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti,
molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi
mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili
all’acquisto dei crediti.

«Il clima che respiriamo – rimarca Meloni – testimonia una crescente
tensione nei rapporti tra banche e mondo delle imprese, che si vedono
ormai costantemente negata la disponibilità all’acquisto dei crediti
da parte di pressoché tutti gli Istituti. Una situazione che ha
bloccato il settore e centinaia di milioni di euro già preventivati
per ristrutturare il patrimonio immobiliare”. “I continui e repentini
cambiamenti nell’impianto normativo della cessione del credito per i
bonus edilizia hanno bloccato tutto, preventivi, progetti e speranze
di migliaia di imprenditori del settore – conclude Meloni - serve il
contributo di tutti per riportare serenità e prospettive per un
comparto, quello dalla casa, che oltre ad essere trainante anima in
particolare il mercato interno».



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