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Cor 4 giugno 2022
Superbonus, allarme Cna Sardegna
Nell’isola gli incentivi fiscali sono uno dei principali motori della tenuta e della ripresa del settore delle costruzioni, in particolare del vasto mercato della riqualificazione edilizia
Superbonus, allarme <i>Cna</i> Sardegna

CAGLIARI - Il blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi mette a rischio di fallimento 33 mila di imprese artigiane con una perdita a livello nazionale di 150mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni. Una situazione che anche in Sardegna potrebbe mettere in crisi centinaia di imprese e perdere migliaia di posti di lavoro. Nell’isola gli incentivi fiscali sono uno dei principali motori della tenuta e della ripresa del settore delle costruzioni, in particolare del vasto mercato della riqualificazione edilizia. In particolare, il superbonus con aliquota di detrazione al 110% che, introdotto con Decreto Rilancio (DL 34/2020), ha iniziato a produrre effetti importanti sul mercato nel 2021, con un interesse superiore rispetto alle altre regioni italiane.

L’allarme è stato lanciato dalla CNA nazionale sulla base dei risultati di una indagine presso circa 2mila imprese che rappresentano un campione altamente rappresentativo dei comparti dell’edilizia, delle costruzioni e dei serramenti. La Confederazione sollecita il Governo a trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza.

La CNA stima che i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione ammontano a quasi 2,6 miliardi di euro. La consistenza dei crediti bloccati (circa il 15% del totale) sta mettendo in crisi migliaia di imprese. Infatti, oltre 60mila le imprese artigiane si trovano con cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Il 48,6% del campione parla di rischio fallimento mentre il 68,4% prospetta il blocco dei cantieri attivati. Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori.
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