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Carlo Mannoni
28 maggio 2022
L'opinione di Carlo Mannoni
Il Creatore a Punta Giglio
Dio decise di scendere ancora una volta su questa terra e lo fece di persona, senza intermediazioni. Dovendo scegliere il luogo, non ebbe dubbi: Punta Giglio, Alghero, Italy. Troppo forte il richiamo della natura da lui stesso creata, e per questo si complimentò con se stesso. Ma ciò che lo incuriosì fu il “residential workshop” previsto presso il Rifugio di Mare, “con quattro giorni dedicati all’ascolto dei Numeri, all’immersione nella Natura con passeggiate e meditazioni, condivisioni di pratiche Yoga”. Lo aveva attratto un’affermazione contenuta nella locandina del workshop. “È finito il tempo di fare fare fare, ora devi solo Essere. Sii te stesso, senza paura, con coraggio”.
Pensò alla generosità degli uomini che riuscivano ad affrancarsi dalle loro miserie ed egoismi per elevarsi, con la meditazione, alla più alta spiritualità. Per lui che non si era mai fermato dal momento in cui aveva deciso di creare l’Universo, era forse il momento di una sana riflessione. Da allora non aveva mai avuto tregua, con tutti quei complessi meccanismi che regolano l’infinito spazio da oliare e registrare con regolarità e con la Natura, la sua migliore creazione, che ogni tanto diventava indisciplinata creandogli non pochi grattacapi. Magari gli abitanti di quel puntino dell’universo che loro chiamano “terra” avevano le idee chiare sul tema e li avrebbe ascoltati.
Giunse a Punta Giglio con mezzi di fortuna, senza prenotare il volo per Alghero, rivolgersi all’Arst o pedalare in bici e ancor meno usare la navetta elettrica. Appena arrivato fu accolto da un tale che gli si rivolse in tono perentorio: “La natura è il luogo migliore per conoscersi più a fondo, per concentrarsi, per apprendere. Lontano dallo stress e della contingenza della quotidianità possiamo diventare più ricettivi e aprirci a una nuova consapevolezza”. Poi aggiunse: “Progetti solo sognati si tramutano in realtà riempendoci di gioia”. Scoprì subito le ragioni di tanta felicità ed entusiasmo: tutto quel “ben di Dio” (sì, proprio il bene da lui stesso creato) era messo ora a disposizione a pagamento, non più gratuitamente come lui aveva deciso. Dovette infatti esibire la carta di identità e pagare il ticket per entrare nel sito.
Pensò di essersi imbattuto in alcuni sognatori che avevano toccato il cielo con un dito ottenendo un miracolo da qualche dio di second’ordine che si era presentato sulla terra in sua vece, sotto mentite spoglie. Ogni tanto in diversi mondi dell’universo ciò accadeva e gli abitanti dei luoghi cadevano nel tranello. Altrimenti perché tanto entusiasmo? Incuriosito dalle meditazioni yoga, si sarebbe trattenuto per tutte le quattro giornate previste se non si fosse imbattuto, al mattino, in un “cappuccino di rapa rossa con spuma di formaggio” e a pranzo in un piatto di “carpaccio di pesce con yogurt e mandarino”, a pagamento ovviamente, che gli generarono una certa nausea.
Si chiese, inoltre, perché in quel paradiso in terra che lui aveva donato agli uomini gratuitamente e che doveva restare tale e intatto, con gli esseri umani che vi erano sempre transitati in punta di piedi quasi fosse un santuario, si fosse ora insediata un’attività alberghiera e di ristorazione alterando i delicati equilibri della natura. Altro che meditazione! Ripartì disgustato senza neanche passare per Alghero. Troppa confusione in quel lontano mondo e in quella città, molto meglio l’armonia dell’universo. Tornò alle sue stelle e decise che per un migliaio di anni non avrebbe più pensato al sacrilegio della natura cui aveva assistito in quel distante punto del cosmo chiamato “terra”. Poi chissà.
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