S.A.
4 aprile 2022
Ambientalisti: giù le mani dal cervo sardo
Nei prossimi giorni il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) provvederà a interessare in proposito il Ministero della Transizione Ecologica, l’I.S.P.R.A. e la Regione autonoma della Sardegna dopo le dichiarazioni dell´assessore regionale Lampis
ARBUS - «Fra Arbus, Guspini e Montevecchio cresce fortunatamente il numero dei Cervi sardi (Cervus elaphus corsicanus) e l’unica idea che l’assessore della difesa dell’ambiente Gianni Lampis (di Arbus) riesce a scodellare è farne fuori un bel po’» è il commento ironico di Grig sulla presa di posizione dell'esponente della Giunta Solinas. «Coincidenza vuole che Arbus vada a elezioni anticipate (12 giugno 2022) e la greve motivazione elettoralistica non possa essere sdegnosamente esclusa, tantomeno, vista l’ammessa vicinanza, il favor verso il mondo venatorio, da coinvolgere nell'eventuale attuazione dell'altrettanto eventuale piano di contenimento del Cervo sardo» incalzano gli ambientalisti.
Dal Gruppo di Intervento Giuridico mettono in discussione le scelte politiche in materia: «nessun censimento aggiornato, nessuna valutazione concreta dei reali danni all’agricoltura (il report sui danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica in Sardegna (2008-2013) è del 2015), comunque risarciti con fondi regionali, nessuna adozione di misure alternative (recinzioni, erbari per selvatici, trasferimenti degli esemplari in eccesso in aree naturalisticamente valide) come pur richiesto dalla legge». E ricordano: «il Cervo sardo è specie faunistica prioritaria ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE (Allegato II), specie faunistica rigorosamente protetta ai sensi della Convenzione internazionale di Berna (Allegato II), esecutiva con legge n. 503/1981, specie faunistica particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della legge n. 157/1992 e s.m.i. (l’uccisione di un esemplare è sanzionata penalmente ai sensi dell’art. 30), tutele garantite conseguentemente anche dalla legge regionale Sardegna n. 29/1998 e s.m.i».
Gli ambientalisti evidenziano «l’innegabile valore ecologico della presenza del Cervo sardo anche quale richiamo d’interesse turistico straordinario per l’area dell’Arburese-Guspinese, in ogni caso, gli esemplari che eventualmente venissero ritenuti in eccesso dall’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, con il necessario supporto tecnico-scientifico dell’I.S.P.R.A., del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e dell’Agenzia Forestas, potrebbero esser catturati e reintrodotti, con le opportune procedure, in aree naturalmente vocate e già individuate dagli atti di programmazione regionali»: «si tratta - concludono - di uno di quei “metodi ecologici su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica” che devono essere posti in essere per legge (art. 19, comma 2°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.). prima anche solo di pensare a qualsiasi eventuale abbattimento».
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