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Cor 30 marzo 2022
Maxi sequestro crostacei nel Mar Tirreno
A far scattare l’intervento del personale della Guardia Costiera di Olbia, Golfo Aranci e Porto Rotondo, coordinato dal CCAP di Olbia, è stato soprattutto il protrarsi dell’attività di pesca di uno dei pescherecci monitorati, nelle acque antistanti La Maddalena
Maxi sequestro crostacei nel Mar Tirreno

OLBIA - Al temine di una intensa attività info-investigativa svolta sotto il coordinamento del Centro di Controllo Nazionale Pesca (CCNP) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, a partire dalla giornata di sabato 26.03.2022, il personale delle Direzioni Marittime di Olbia e Palermo ha sequestrato oltre 4.000 kg di prodotto ittico appartenente a specie demersali oggetto di particolare tutela, elevando per ora 4 verbali amministrativi per un totale di 6.000 euro di sanzione. Grazie ai controlli incrociati condotti tramite gli avanzati Sistemi Satellitari in dotazione presso le Sale Operative, gli ispettori pesca dei Centri di Controllo Area Pesca di Olbia, Palermo, Cagliari e Livorno hanno monitorato per giorni i pescherecci impegnati nella pesca dei crostacei di profondità nel Tirreno centrale. Tale tipologia di pesca è attualmente oggetto di particolari restrizioni, a livello nazionale e europeo, che mirano a tutelare le specie demersali come il gambero rosa mediterraneo (Parapenaeus longirostris), il gambero rosso mediterraneo (Aristaemorpha foliacea), il gambero viola mediterraneo (Aristeus antennatus), nell’ottica di permettere la ricostituzione e il rinnovo dell’ecosistema in un delicato equilibrio di armonizzazione con le esigenze socio-economiche.

A far scattare l’intervento del personale della Guardia Costiera di Olbia, Golfo Aranci e Porto Rotondo, coordinato dal CCAP di Olbia, è stato soprattutto il protrarsi dell’attività di pesca di uno dei pescherecci monitorati, nelle acque antistanti La Maddalena, per diverse ore nella nottata di sabato scorso, giornata durante la quale la pesca è vietata nella zona del Mediterraneo Centrale. Il peschereccio è stato ispezionato durante la sua prima sosta, avvenuta nel porto di Golfo Aranci, dove, nel frattempo, avevano attraccato altri due pescherecci, al momento del controllo intenti a sbarcare il prodotto ittico e a stoccarlo in un camion refrigerato al cui interno era già presente dell’altro prodotto, a sua volta sbarcato a Portoferraio da un quarto peschereccio. I militari intervenuti hanno proceduto al sequestro di oltre 2.900 Kg di prodotto (scampi, gambero rosso e gambero viola), elevando 3 sanzioni amministrative ai tre pescherecci per un totale di 4.500 euro in quanto sulle etichette era stata indicata come zona di pesca la Sicilia Meridionale, anziché quella di effettiva cattura, corrispondente al Mediterraneo Occidentale. Per non interrompere la catena del freddo con conseguente deterioramento del prodotto, i militari hanno fatto concludere lo sbarco del prodotto per poi apporre i sigilli al camion refrigerato diretto a Mazara del Vallo.

Il lunedì mattina, giunto a destinazione, il personale della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, allertato dal CCAP di Palermo che aveva intanto ricevuto le informazioni necessarie dal CCAP di Olbia, ha proseguito gli accertamenti rimuovendo i sigilli e rinvenendo ulteriori 1584 kg di prodotto ittico non tracciato e non correttamente etichettato che è stato posto sotto sequestro con la contestuale elevazione di una ulteriore sanzione di 1.5000 euro allo stabilimento. La complessa attività di confronto tra l’attività di pesca condotta, i tracciati satellitari e i registri elettronici da parte degli Ispettori del Corpo è tuttora in corso. La Guardia Costiera proseguirà senza interruzione le proprie attività di vigilanza a tutela del consumatore e delle risorse ittiche attraverso una costante presenza sul territorio con la verifica delle condizioni igienico sanitarie del prodotto ittico, la repressione di frodi in commercio, la presenza della documentazione comprovante la completa tracciabilità, il controllo della corretta etichettatura.
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L’evento si è rivelato un’importante occasione di dibattito e approfondimento sul ruolo dell’acquacoltura in Sardegna, soprattutto in considerazione dell’ultimo “Rapporto FAO”, che evidenzia come la produzione di animali acquatici tramite acquacoltura abbia superato quella derivante dalla pesca di cattura



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