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Cor 17 marzo 2022
Rio Posada: percorsi di memoria
Il nuovo progetto della campagna Legambiente-Gruppo Unipol interesserà l’area dell’ex Peschiera di Posada (NU), nel cuore del Parco naturale regionale di Tepilora, dove sarà attivo il Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità gestito da Legambiente Sardegna
Rio Posada: percorsi di memoria

NUORO - Rendere le comunità sempre più consapevoli e protagoniste nella difesa di un territorio unico per biodiversità, patrimonio identitario e paesaggistico, oggi fortemente minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici. È l’intento chiave del nuovo progetto di “Bellezza Italia – Tuteliamo insieme le meraviglie del Paese”, la campagna promossa da Legambiente e Gruppo Unipol che quest’anno fa tappa a Posada, in provincia di Nuoro. Arroccato su una collina calcarea sormontata dall’antico Castello della Fava, il pittoresco borgo medievale domina la pianura alluvionale attraversata dal delta del Rio Posada, ricompresa all’interno del Parco naturale regionale di Tepilora che vede nel corso d’acqua l’elemento di connessione dell’area protetta, abbracciando anche i Comuni di Bitti, Lodè e Torpè.

Un Parco da quasi 8 mila ettari – tra foreste segnate da sentieri e sorgenti, un delicato sistema costiero e mare cristallino – che è area core della Riserva di biosfera “Tepilora, Rio Posada e Montalbo” riconosciuta dall’Unesco nel 2017. Da febbraio 2021, inoltre, l’area della foce è tutelata dalla Convenzione di Ramsar. Foce del Rio Posada, delicato hotspot di biodiversità. Nella zona umida della foce, gli stagni Longu e Tundu ricevono le acque dolci del Rio Posada e comunicano con il mare tramite la bocca artificiale di Sos Palones, rientrando nella rete stabile di stazioni per la migrazione annuale degli uccelli acquatici. La vegetazione del luogo presenta associazioni tipiche dell’ambiente ripariale: giunchi, tamerici, salici, canne che offrono ospitalità a specie faunistiche come il fenicottero rosa nelle sue lunghe soste invernali, la gallinella d’acqua, il cormorano, l’airone cenerino (guardabuoi e rosso), la garzetta e il germano reale. Nel vicino Rio Santa Caterina, inoltre, nidifica il pollo sultano, specie che resiste spontaneamente in Italia nella sola Sardegna.

Un contesto tanto pregevole quanto fragile, dove gli effetti della crisi climatica appaiono più evidenti che in altre aree della Sardegna: nelle forme più drammatiche delle morti causate dalle alluvioni e in quelle più affascinanti dei paesaggi temporanei modellati dall’acqua. Particolarmente esposta agli eventi climatici estremi, l’asta del Rio Posada presenta infatti un alto rischio alluvionale: sia nelle aree più interne, per via dell’abbandono colturale e della ridotta capacità di gestione selvicolturale, sia nella vasta zona umida della foce e nella fascia costiera, segnata dall’incremento della pressione antropica da turismo balneare, tra infrastrutturazione e pratiche di gestione che per anni, in un passato non troppo remoto, non hanno tenuto conto degli equilibri ecologici, come nel caso dello spianamento delle dune a vantaggio della spiaggia fruibile.



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