S.A.
16 marzo 2022
Export sardo: bene nel 2021, vola agroalimentare
La Sardegna è la seconda regione italiana per crescita delle vendite all’estero rispetto al 2019. Molto bene l’agroalimentare +14%, e l’industria della lavorazione del metallo +59% sul 2019
Modesto l’impatto sull’export delle sanzioni alla Russia
CAGLIARI - Il blocco delle esportazioni dei prodotti sardi verso la Russia dovrebbe portare conseguenze assai modeste per l’economia sarda. E anche se le relazioni dovessero ulteriormente inasprirsi mettendo a rischio tutti i settori economici vocati all’export non ci sarebbero particolari ripercussioni negative per le imprese sarde. È quanto si evince dall’ultimo report del Centro Studi della Cna Sardegna che analizza l’esposizione delle imprese sarde esportatrici nei confronti della Russia. Il valore dell’export sardo nel Paese guidato da Vladimir Putin ammonta infatti a 14 milioni di euro, pari allo 0,3% dell’intero export regionale (un dato molto inferiore rispetto al 1,5% medio nazionale) e le esportazioni riguardano soprattutto il settore chimico (l’84% del totale) e in minima parte settori portanti come quello agroalimentare.
«Sia con riferimento ai settori coinvolti dall’inasprimento del quadro sanzionatorio fino ad ora, sia guardando al totale dei settori economici l’esposizione delle imprese sarde esportatrici nei confronti della Russia è piuttosto modesta» commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. L’impatto maggiore di un blocco totale dell’export si avrebbe nel settore chimico, sebbene anche in questo caso si tratti di numeri tutt’altro che macroscopici. Al livello nazionale, invece, i rischi maggiori si concentrano nel triangolo economico Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, sebbene anche in questo caso l’impatto potenziale massimo risulta tutto sommato poco più che marginale.
Il 2021 si è chiuso con una forte ripresa dell’export di prodotti manifatturieri sardi. La crescita rispetto al 2020 è stata di oltre il +64% in termini di valore. Questo dato, seppur significativo, non è stato però sufficiente per recuperare il crollo registrato durante l’anno pandemico. Il valore dell’export regionale nel 2021 è infatti rimasto al di sotto di quello del 2019 (-2,1%). Sulla performance regionale ha però pesato in maniera determinante l’andamento dell’export dei prodotti petroliferi raffinati, esposto negli ultimi due anni alle forti oscillazioni dei prezzi della materia prima. Al livello settoriale, molto bene il risultato dell’agroalimentare, in grado di crescere rispetto al 2019 di oltre il +14% (196 milioni di euro contro i 171 dell’anno pre-pandemico). Anche meglio sono andate le cose per l’industria della lavorazione del metallo (+59% rispetto al 2019), mentre, nonostante la forte ripresa sul 2020 (+21%), il valore dell’export in ambito chimico (terzo settore per valore dell’export regionale) paga ancora il -6% rispetto al livello del 2019.
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