Mauro Manca
13 marzo 2022
L'opinione di Mauro Manca
Fertilia e Ucraina, la storia si ripete
Ancora oggi, a distanza di tanti anni, il ricordo dell’esilio continua a vivere nella mente di quanti lasciarono le terre dell’alto Adriatico. Le immagini dei cittadini ucraini, che lasciano le loro case per sfuggire alla follia della guerra, provocano lacrime e disperazione in chi giunse a Fertilia dopo un lungo viaggio tra campi profughi e treni colmi di disperazione. Fertilia però, per molti esuli, rappresentò un luogo fertile in cui far germogliare il seme di una nuova vita, in un ambiente povero ma sereno ed inclusivo. Genti diverse, provenienti non solo dall’Istria, Fiume e la Dalmazia, ma anche dal Veneto e dall’Emilia Romagna e dalle terre d’Africa in cui esistevano comunità italiane, si sono amalgamati insieme a tante famiglie sarde ed algheresi, dando dimostrazione che anche dalle macerie della guerra e della violenza può nascere una speranza.
Oggi, come dopo un improvviso risveglio, ci troviamo attoniti di fronte alla barbarie. Siamo sconvolti da una violenza che non comprendiamo e che, come sempre nella storia che si ripete, costringe intere popolazioni a pagare il conto salato delle scelte scellerate di pochi governanti. Fertilia rappresenta allo stesso tempo un monito ed una risposta a tutto questo orrore. Un monito perché nel cuore degli esuli giunti qua, nonostante i tanti anni passati, è ancora viva la ferita di quel momento. Una speranza perché comunque, seppure con difficoltà, ci dimostra che la forza della vita è superiore a quella della cieca violenza. Purtroppo, non avremmo mai voluto che accadesse, abbiamo avuto la dimostrazione che il Museo Egea non è solamente un’occasione per non dimenticare il passato, ma anzi è soprattutto un modo per tentare di costruire un futuro migliore.
Integrazione, resilienza, valori forti e fiducia nel futuro devono essere patrimonio delle popolazioni di tutto il mondo. Costruire la pace significa anche lavorare insieme per evitare che tali sciagure ed atrocità non si ripetano più. In questo momento in particolare mi piace ricordare la generosità dei coloni veneti e ferraresi, che condivisero il loro poco cibo, frutto di un instancabile lavoro, con coloro che erano privi di ogni cosa. I pochi pastori presenti in questi luoghi non esitarono un attimo nell’offrire il latte per i bambini che avevano bisogno di mangiare. Questo fu il solo modo in cui molte donne e molti uomini affrontarono e poterono superare il dramma che li aveva travolti. Oggi, di fronte ad una tragedia che troppi sentono ancora lontana, gli esuli di Fertilia rivivono il loro passato e rafforzano la loro unione ed il loro legame ideale con coloro che soffrono per questa guerra. Alle Istituzioni rivolgiamo il nostro appello. Lavoriamo insieme perché questi valori tornino ad essere la base del nostro futuro.
* direttore Ecomuseo Egea – Una Luce sulla Memoria
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