S.A.
9 marzo 2022
Nord Sardegna senza scorte d´acqua e mangimi
I comparti legati all´agricoltura e allevamento sono in grave crisi. Oltre all´aumento dei costi, c´è la siccità e le scorte di foraggi e mangimi si stanno esaurendo
CAGLIARI - «La guerra non è solo a Oriente, ma anche in Sardegna. Qui da noi non si combatte con armi o missili, ma si combatte nei campi, una guerra silenziosa atta alla sopravvivenza delle aziende agricole. Una lotta impari, dove l’agricoltore sardo, subisce l’aumento dei dei costi di Mangimi, concimi, energia elettrica, gasolio agricolo in modo passivo e in forma maggiore al resto d’Italia, preso atto che la Sardegna è un’isola al centro del Mediterraneo dove per spostare merci sia in entrata che in uscita, si devono affrontare costi superiori il doppio rispetto al resto dell’Italia, dove le produzioni agricole anziché creare reddito creano passività, che di giorno in giorno vanno accumulandosi, fino a rischiare il tracollo» la denuncia di Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli.
Piana all'elenco dei problemi aggiunge «la ormai dichiarata siccità, nell’isola non piove da mesi, che fa scattare il codice rosso per l’agricoltura. A oggi ci sono scorte di foraggi, mangimi e pascoli per altri 45 giorni, poi il baratro». Le produzioni di foraggi, grano, avena, orzo oramai sono fortemente compromesse e l’acqua scarseggia anche negli invasi sardi. Secondo i dati dell’agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, a tutto Febbraio 2022 i bacini sardi in alcune realtà sono sulla soglia di pericolo per la poca acqua invasata, si rileva in particolare la situazione nel nord dell’Isola, dove il sistema idrico "3’ Coghinas-Mannu-Temo" - che comprende i bacini Monte Lerno, Muzzone, Casteldoria, Bidighinzu, Cuga e Temo - sono dichiarati a livello di pericolo dal Piano di Gestione delle Crisi in funzione degli indicatori di Stato degli Invasi, con un volume di acqua invasato al Febbraio 2022 del 54,53% della loro capacità.
Se si pensa che questi invasi vengono utilizzati per scopi civili e agricoli a venire penalizzata sarà sicuramente l’agricoltura. Centro Studi Agricoli, lancia «un forte appello alla Giunta Regionale e al Consiglio Regionale affinché sia avviata la procedura per dichiarare lo stato di calamità e si attivino con urgenza le misure di emergenza, prima fra tutte l’approvvigionamento di mangimi e di foraggi da altre regioni italiane». «Nel contempo la Regione - continua Tore Piana - pensi a una rimodulazione delle risorse del PSR Sardegna, destinando una parte di esse a misure emergenziali, si attivi con il Governo Nazionale, per chiedere di rimodulare le linee della PAC proiettando l’agricoltura non più a limitare le produzioni ma dando aiuti a chi produce ( grano, mais, orzo, soia), cioè l’aiuto alla produzione con un contributo a quintale prodotto». E conclude: «altra misura, che chiediamo con urgenza, è un provvedimento straordinario, per sbloccare tutte le pratiche sul PSR e Sul Premio Unico ancora bloccate».
|