S.A.
7 marzo 2022
Quasi 40mila aziende sarde rosa nel 2021
Dai settori dei servizi alla persona e della pulizia, della moda e delle
attività di ristorazione: queste rappresentano il 23,9% di tutte le
realtà produttive dell’Isola
ALGHERO - Nel 2021 in Sardegna sono 39.374 le imprese guidate da donne,
registrate presso le Camere di Commercio, che operano per lo più nei
settori dei servizi alla persona e della pulizia, della moda e delle
attività di ristorazione: queste rappresentano il 23,9% di tutte le
realtà produttive dell’Isola. Ben 4.327 aziende sono gestite da
giovani donne (11% del totale delle imprese femminili artigiane). Su
tutta la platea delle donne imprenditrici, quasi 5.946 sono imprese
artigiane. Sono questi i numeri che emergono dall’analisi sulle imprese al femminile, realizzata per “La giornata internazionale della donna”,
dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna. Il raffronto
tra il 2019 e 2021, tenendo conto che tra le imprese registrate viene
conteggiata anche la platea nascosta di quelle cessate, che in attesa
di ristori, non hanno ancora chiuso, delinea una seria difficoltà del
settore nel recuperare i numeri pre Covid-19.
«Il 2020 delle donne imprenditrici ha subìto chiaramente gli effetti
della pandemia - afferma la Presidente di Confartigianato Imprese
Sardegna, Maria Amelia Lai – il calo del tasso di occupazione
complessivo ha risentito in particolar modo della contrazione relativa
ai lavoratori indipendenti: tra questi, le donne sono risultate
maggiormente penalizzate». A livello territoriale, nella vecchia provincia di Cagliari le imprese donna sono 16.114 di cui 2.464 artigiane (15,3% sul totale imprese donna), su Sassari-Gallura sono 12.652 di cui 2.075 artigiane (16,4%), a Nuoro sono 7.456 di cui 1.056 (14,2%) artigiane e a Oristano 3.132 con 350 artigiane (11,2%).
«Se pensiamo che ancora nel 2020 circa 16% delle famiglie sceglie di
non mandare i propri figli all'asilo nido per motivi di costo, ci far
rendere conto di come la donna poi debba scegliere la famiglia al
posto del lavoro – continua la Presidente – per questo come
Confartigianato, a livello nazionale, stiamo portando avanti la
richiesta dell’aumento dei contributi concessi ai servizi per la prima
infanzia». Oltre al costo degli asili e dei servizi per la prima infanzia, un’altra problematica è quella relativa alla rigidità degli orari. «L’augurio che possiamo, e dobbiamo, farci – chiude la Presidente – è che ogni donna possa, in tempi brevi, a conquistare ciò che per se è
più caro, come: autonomia, rispetto, maternità retribuita per
indipendenti, cambiamento culturale, fiducia, considerazione,
condivisione del tempo di cura, libertà di scelta, non dover scegliere
tra lavoro e famiglia, tutele, opportunità, sicurezza, parità di
competenze, più tempo, nessuna rinuncia e tranquillità».
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