Durissimo il soprintendente che parla di solennità della facciata della cattedrale svilita dall´installazione e ne ordina l´immediata rimozione da tutto il centro storico di Alghero. È gelo tra comune e soprintendenza, mai così distanti anche nei rapporti istituzionali
ALGHERO - Hanno segnato un periodo effervescente di creatività, coinvolto studenti e artisti rinomati ed apprezzati, ad iniziare dallo stilista Antonio Marras. Sono state senz'altro tra le opere più fotografate ed ammirate, contribuendo a veicolare il nome di Alghero ben oltre i confini nazionali. Alcune hanno anche fatto fortuna a Pesaro nel segno della creatività Unesco, per poi rientrare in Sardegna dove ancora rimangono esposte. Eppure le lanterne prima, passando per le ruote fiorite (con ortensie) in occasione del
Giro 100, i rami di corallo e oggi le gabbiette, simbolo di libertà per i venti anni del Parco di Porto Conte, aprono una contesa mai vista da queste parti, che coinvolge direttamente le massime istituzioni politico-amministrative.
Ad Alghero si apre un nuovo ed imprevisto fronte di tensione ai massimi livelli istituzionali. Con una nota perentoria e risoluta a firma del soprintendente Prof.
Arch. Bruno Billeci con la responsabile del procedimento
Arch. Daniela Scudino, si ordina al sindaco di Alghero «l'immediata rimozione» di tutte le installazioni presenti nell’area del centro storico e di tutti i cavi ancorati agli edifici. Si ordina inoltre il ripristino completo, secondo modalità da sottoporre ad autorizzazione della competente direzione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Nuoro e Sassari, dei danni causati da tasselli e perni inseriti nelle murature per l’ancoraggio dei cavi.
La nuova missiva, molto irrituale, segna uno dei punti più bassi nei rapporti col Comune di Alghero e arriva dopo le tensioni sull'iniziale diniego nell'utilizzo del catalano di Alghero per la
cartellonista installata a Sant'Imbenia e la rimozione forzata ordinata per l'
Albero dei Coralli posizionato sulla Torre di San Giovanni. In questo caso l'ufficio del Ministero della Cultura affonda il colpo e ritiene le installazioni «inopportune e indecorose» posizionate «in assenza delle opportune attenzioni e cautele per le strutture vincolate e soprattutto in assenza delle necessarie autorizzazioni previste dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ai sensi dell’art.21».
In particolare il Soprintendente punta le attenzioni sull'ancoraggio delle gabbiette luminose sulla facciata della Cattedrale di Santa Maria. «Alcuni dei cavi sono fissati direttamente alla muratura del prospetto, con vari tasselli metallici infissi nella parete in corrispondenza della decorazione a fasce orizzontali a rilievo, con danni alla struttura già evidenziati dalle ben visibili sommarie riparazioni nella superficie muraria interessata» scrive Billeci nella nota protocollata qualche giorno fa a Porta Terra e al
Quarter, negli uffici della Fondazione Alghero. «Altri cavi metallici sono sospesi alle imponenti colonne del monumentale pronao che domina lo spazio urbano e la cui solennità è ora svilita dalla serie di gabbiette di varia foggia e dimensione che vi sono sospese e vi dondolano davanti».
Non solo. Per il Soprintendente altrettanto incongrue appaiono tali installazioni rispetto alle architetture catalano-aragonesi e alle facciate neoclassiche cui sono ancorate, tra queste il palazzo del Pou Salit, il palazzo d’Albis, il Museo diocesano, il Palazzo Serra, il Palazzo Lavagna, il Palazzo Civico (solo per fare qualche esempio limitato all’area della Piazza del Duomo e della Piazza Civica). Insomma, la bocciatura è completa e su tutti i fronti, così come l’ordine di rimozione che riguarda allo stesso modo le installazioni e i cavi ancorati agli immobili tutelati presenti in altre vie del centro storico, «mentre per il mantenimento in modo permanente delle installazioni nelle altre aree monumentali - chiude l'architetto Billeci - dovrà essere acquisita specifica autorizzazione».
Nella foto: l'installazione in prossimità della facciata della Cattedrale di Alghero