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10 febbraio 2022
«Ricordare l’odio e la pulizia etnica un dovere»
Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas nel “Giorno del ricordo” rivolgendo un pensiero alle migliaia di vittime delle foibe, comprese le famiglie sarde coinvolte in una delle più sanguinarie, violente e disumane stragi che la storia ricordi
CAGLIARI - «Rendere giustizia, con la memoria e con la verità, a tutte le vittime della barbara ferocia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata del secondo dopoguerra, per troppo tempo dimenticate nel tentativo di offuscarne il ricordo e sottrarre i colpevoli al giudizio della storia. Non vogliamo e non possiamo dimenticare la violenza subita da tanti italiani, e anche sardi, le cui tragiche vicende sono state nascoste, strappate dai libri di Storia e negate a una narrazione autentica e libera da ideologie». Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas nel “Giorno del ricordo” rivolgendo un pensiero alle migliaia di vittime delle foibe, comprese le famiglie sarde coinvolte in una delle più sanguinarie, violente e disumane stragi che la storia ricordi.
«Ricordare l’odio e la pulizia etnica perpetrate dal comunismo titino è un dovere - prosegue il Presidente Solinas - Tra le vittime delle foibe ci furono almeno 140 sardi, militari, minatori del Sulcis giunti da Carbonia per lavorare duramente nelle miniere istriane, dipendenti pubblici. E’ alle loro famiglie che va il pensiero commosso di tutta la Giunta regionale, unito alla ferma condanna di ogni forma di totalitarismo. La ricorrenza odierna ci porta a ripercorrere quei fatti tragici nell’auspicio che la memoria del passato possa essere il primo strumento nelle nostre mani per veicolare la conoscenza, anche e soprattutto nelle giovani generazioni, contribuendo alla costruzione di una società libera e basata sui valori della tolleranza, del rispetto, della solidarietà, della fratellanza e della pace», ha concluso il Presidente Solinas.
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