Carlo Mannoni
13 gennaio 2022
L'opinione di Carlo Mannoni
La luce di gennaio
Siamo a metà gennaio e nel cielo, al pomeriggio, già si intravede un nuovo e diverso chiarore. Le giornate hanno ripreso a crescere, solo un minuto di luce in più al giorno, e l'occhio attento se ne avvede dal biancore del palazzo di fronte che, a sera, indugia a inscurirsi. Ad Alghero, poi, il sole ha ripreso a riavvicinarsi sempre più, al tramonto, al promontorio di Capo Caccia. Siamo in pieno inverno, ci attendono ancora giornate gelide e la natura si è come ritratta sotto le umide e fredde zolle dei campi. Eppure la nuova luce del giorno, col sole che si è alzato di qualche grado sul suo consueto arco, annuncia timidamente che la primavera non è lontana. Che meraviglia la perfezione del tempo che non sbaglia mai senza che l'anziano orologiaio abbia necessità di oliarne gli ingranaggi. Per nostra utilità abbiamo preso a suddividerlo in tappe intermedie; chissà, forse per vincere la monotonia del suo uniforme fluire.
Quando i miei figli erano piccoli, mentre li accompagnavo a scuola dopo le lunghe vacanze di Natale ed Epifania, nel vederli pensierosi per la ripresa delle lezioni, raccontavo loro che tra poco
sarebbe arrivato il carnevale, subito dopo la primavera con la Pasqua, che ci avrebbe annunciato a sua volta l'arrivo, tra non molto, di una delle nostre precoci estati. Se potessi tornare indietro a quegli anni, ripeterei oggi loro lo stesso racconto. In fondo, a Cagliari, basta recarsi al Poetto o al Parco del Molentargius in una splendida giornata di gennaio, per illudersi che la primavera sia già arrivata, con la natura che si è risollevata dalle zolle con le prime fioriture di stagione. Così come ad Alghero sui lungomari o sulle alture di Monte Agnese e di San Giuliano. Poi, però, al mutare del tempo, con il freddo maestrale e l'addensarsi minaccioso delle nuvole, ci accorgiamo che l'inverno è ancora lungo da trascorre ed è da saggi pazientemente attendere.
|