S.A.
24 dicembre 2021
Boom demografico del grifone tra Alghero e Bosa
Progetto LIFE Safe For Vultures, dal monitoraggio sul successo riproduttivo arriva la conferma: boom demografico per il grifone in Sardegna, in aumento coppie territoriali, involi e numero totale
ALGHERO - È boom demografico per il Grifone in Sardegna. Lo dice il censimento condotto da Life Safe for Vultures attraverso gruppi di rilevazione e la collaborazione con Lipu, Legambiente e L’altra Bosa. I dati raccolti in 43 giornate di monitoraggio sono contenuti nel report pubblicato di recente da Fiammetta Berlinguer – responsabile scientifica del progetto di cui è capofila il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari e di cui sono partner l’Agenzia Forestas, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna, E-Distribuzione e la Vulture Conservation Foundation – Mauro Aresu, Francesco Guillot e Alfonso Campus.
L’indagine è partita dai dati di Life Under Griffon Wings, che in 5 anni ha consentito nel Nord Ovest Sardegna – dove risiede l’unica popolazione di grifoni autoctona in Italia – di incrementare quasi tutti i parametri: da 27 coppie nidificanti e 20 giovani involati del 2015 si è passati a 51 coppie nidificanti e 37 giovani involati del 2020. L’efficacia delle azioni di conservazione del grifone è stata valutata in base all’incremento demografico della popolazione. Si è partiti nel dicembre 2020 dal controllo dei siti notoriamente occupati da coppie territoriali di grifone, mentre tra gennaio e settembre 2021 si sono rilevati i parametri riproduttivi di ogni coppia attiva, arrivando a censire 66 coppie territoriali: 61 nel Bosano (+92,4%) e 5 nell’Algherese (+7,6%). Sono state occupate 10 colonie (9 nel Bosano, 1 nell’Algherese), composte da minimo 2 coppie e massimo 16, e 4 siti isolati, tutti nel Bosano. Aumentano dunque le coppie territoriali (+6), le deposizioni (+4) e gli juveniles (+8), con 45 nuovi involi: un record.
Il successo riproduttivo e la produttività sono aumentati del 12,3% e del 9,7%. Almeno 4 coppie miste, ossia formate da individui provenienti dal programma di restocking di Life Under Griffon Wings e da individui della popolazione locale, hanno portato a termine il loro ciclo riproduttivo. Sono calate le perdite di covate (8 nel 2021, 12 nel 2020) e il tasso di mortalità prenatale è passato da 23,5% a 14,5%. Si è riscontrata la perdita di due giovani prima dell’involo, ma il tasso di mortalità postnatale è passato dal 5,1% al 4,3%. Complessivamente si stima che oggi i grifoni in Sardegna siano circa 300. «È stata una stagione riproduttiva straordinaria, l’anno di maggior successo riproduttivo», sottolinea Mauro Aresu, componente del gruppo che ha condotto il censimento. «È stata una stagione straordinaria soprattutto nell’Algherese – rimarca – la riuscita del progetto ha favorito la nidificazione anche del capovaccaio a Punta Cristallo». Il suo auspicio è che il successo di Life Under Grifon Wings «prosegua nel Sud Sardegna con Life Safe for Vultures».
Nel Nord Ovest il risultato è apprezzabile a occhio nudo. Lo conferma Francesco Guillot, coordinatore regionale Lipu per la Sardegna. «Gli avvistamenti sono molto più frequenti e l’areale sempre più ampio», dice. «Prima i grifoni andavano verso il Bosano, ora frequentano assiduamente la Nurra», spiega prima di risaltare l’importanza «dei carnai aziendali e del lavoro di Forestas, che con le aziende collegate rifornisce il carnaio delle Prigionette, fondamentale per “fissare” la coppia da cui è partita la ricolonizzazione». Per Alfonso Campus di L’Altra Bosa, da sempre in prima linea a supporto del progetto, «la sinergia ha portato diversi attori a coincidere sugli stessi obiettivi». Secondo Campus «attività come la realizzazione dei carnai aziendali coinvolgono le comunità locali, il cui ruolo è indispensabile perché il grifone torni a far parte massicciamente del contesto naturale cui appartiene da sempre».
Il direttore del Parco regionale naturale di Porto Conte, Mariano Mariani, ritiene che «per riportare le coppie nidificanti a Punta Cristallo sono servite anche le attività di interdizione, grazie alle quali ci sono state le colonizzazioni spontanee anche da parte di altre specie importanti sotto il profilo conservativo, come il capovaccaio e il falco pescatore, a conferma dell’impegno a tutela di specie protette».
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