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11 dicembre 2021
«Dpcm energia umiliante, dimettiamoci»
Clamorosa iniziativa del sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, che così commenta la notizia del recente confronto tra il ministro Cingolani e il presidente della Regione Solinas
PORTO TORRES - «Lo schema del Dpcm energia per la Sardegna non può provocare entusiasmi. Il motivo è semplice: in un momento storico di grande attese e annunciate rivoluzioni, all'isola viene prospettata una soluzione al ribasso con opzioni che sono state attuate nel resto d'Europa quarant'anni fa. Non si può esultare per un risultato così umiliante». Così il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, commenta la notizia del recente confronto tra il ministro Cingolani e il presidente della Regione Solinas.
«Ora diventa una battaglia di dignità - dichiara il primo cittadino turritano - soprattutto perché il documento è il frutto di una trattativa mai nata e sembra essere figlio più della visione di qualche azienda che di un ragionamento politico condiviso. I sardi non meritano di essere trattati ancora una volta come l'ultima ruota del carro, soprattutto per quello che hanno dato all'Italia: abbiamo messo a disposizione grosse porzioni di territorio per le infrastrutture della chimica, per le raffinerie e i depositi energetici; abbiamo sacrificato pezzi di terra con servitù militari che hanno imbrigliato l'isola nel ruolo di base cruciale nel Mediterraneo, a garanzia di accordi internazionali che ci sono passati sulla testa; abbiamo un'economia che non ha le zone d'ombra di altre regioni del Meridione e che permette investimenti alla luce del sole».
«Per tutti questi motivi, di fronte a uno schema che avvilisce ancora una volta la Sardegna, noi sindaci dovremmo avere il coraggio di dimetterci e rifiutare questo schiaffo. È l'unico modo per mettere sul tavolo le preoccupazioni, il disagio e la frustrazione delle nostre comunità che meritano di essere protagoniste di questa fase così cruciale. Diciamolo chiaramente: commissariateci tutti, visto che tanto questo viene fatto con la Sardegna. Le dimissioni diventano effettive in 20 giorni: se lo facessimo tutti all'unisono, al governo resterebbe un tempo brevissimo per trattare un accordo vero che sia rispettoso di tutte le parti; in caso contrario, verrebbe decretata la definitiva debolezza e irrilevanza della nostra terra. Allora dovrete commissariare tutti i comuni, per sperimentare, giorno per giorno, cosa voglia dire amministrare un territorio alla canna del gas, con problemi insuperabili e un livello di disperazione crescente. Dimettiamoci tutti per dimostrare che non siamo più disposti a subire passivamente strategie calate dall'alto. Non si tratta di orgoglio, antagonismo o testardaggine folkloristica ma solo di essere all'altezza delle nuove sfide che abbiamo di fronte. Respingiamo gli accordi al ribasso e costruiamo insieme il futuro di una Sardegna forte e rispettata nell'Unione europea».
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