Antonello Peru
27 novembre 2021
L'opinione di Antonello Peru
Ares a Cagliari, è ora di dire basta
Non ho mai parlato volentieri di questioni di campanile e non lo vorrei fare neanche ora, ma per l’ennesima volta mi trovo costretto a protestare contro la stessa maggioranza di cui faccio parte per scelte che vengono assunte senza coinvolgere e tenere presente le esigenze del Nord Sardegna, e senza aver sentito il parere dei rappresentanti dei cittadini eletti in questo territorio. La sede della nuova Azienda Regionale per la Salute si trasferisce a Cagliari lasciando vuoti gli uffici dell’Ats di Piazza Fiume e questo è senza dubbio un impoverimento per tutto il nord Sardegna.
Perdiamo il centro decisionale, quello dove si assumono le scelte sulla sanità sarda, un punto di riferimento regionale per cittadini e imprese, perdiamo il personale che ci lavorava. E siamo davanti anche ad uno spreco di risorse se pensiamo alle ingenti spese che sono state sostenute per allestire la sede di Piazza Fiume a Sassari. Ci troviamo di fronte costantemente a situazioni come quella che commentiamo oggi: decisioni che vengono prese senza dibattito interno, senza prendere in considerazioni opzioni o ipotesi diverse, senza che il territorio, o meglio tutti i territori, possano quanto meno dire la propria. Non è un caso che si sia resa necessaria una mia presa di posizione forte, proprio dai banchi della maggioranza, per chiedere e ottenere, sulla base dei numeri, il riequilibrio dei fondi alla sanità privata per l’abbattimento delle liste di attesa tra strutture del Sud e del Nord dell’isola. Un altro esempio di questi giorni è quello che riguarda i progetti nelle Zone Economiche Speciali con i fondi PNRR: un solo progetto presentato da 10 milioni di euro e riguarda il Porto di Cagliari. Niente per tutti gli altri porti della Sardegna.
E con la mancata applicazione della Riforma degli Enti Locali, che come ho già detto non è stata difesa come avrebbe meritato, il Nord Sardegna rischia di non poter partecipare ai bandi del Pnrr riservati alle Città Metropolitane. Anche in questo caso risorse economiche e infrastrutture che questo territorio potrebbe perdere, la dimostrazione tangibile che quel riequilibrio istituzionale era ed è di vitale importanza. È il momento di dire basta. È un’impostazione sbagliata alla quale non smetterò di oppormi sia che faccia parte di una maggioranza che di una minoranza, perché prima di rispondere a una coalizione tutti noi siamo chiamati a rispondere prima di tutto ai cittadini che ci hanno scelto come rappresentanti.
*consigliere regionale del gruppo UDC Cambiamo!
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