Raffaele Cadinu
17 novembre 2021
L'opinione di Raffaele Cadinu
Lazzaretto, Legambiente e fondi pubblici
Pochi giorni fa è apparso un articolo sui quotidiani locali inerente l’intervento proposto dall’Associazione Legambiente a firma del rappresentante locale Roberto Barbieri. La proposta di Barbieri è relativa ad azioni di conservazione ambientale da mettere in atto con un finanziamento europeo LIFE, da attuare nel compendio avuto in comodato dagli eredi dell’illustre e compianto Maestro Claudio Abbado. Per intenderci il sito prescelto è l’appezzamento di terreno sito alle spalle della spiaggia del Lazzaretto. Tali finanziamenti vengono concessi in misura del 70 per cento, mentre il restante 30 percento è a carico del proponente, nel caso in questione si tratta di 300 mila euro complessivi. Il Signor Barbieri però non dispone del 30 percento, cioè non ha risorse proprie ed allora chiama in soccorso finanziario proprio il Comune di Alghero e il Parco di Porto Conte, gli stessi Enti chiamati in causa dallo stesso Barbieri per il presunto scempio, a suo dire, di Punta Giglio, cioè lo stesso personaggio che più volte ha attaccato il Parco pubblicamente, il che mi è sembrato quantomeno irritante, visto che una delle sue critiche riguardava appunto il mancato coinvolgimento della cittadinanza e dei portatori di interesse per gli interventi che il Parco ha fatto con profitto in questi anni.
Pertanto senza coerenza alcuna, il nostro Barbieri, prono con mezzo sguardo davanti e mezzo sguardo dietro e con evidente e conclamata prostrazione opportunistica chiede, dimentico delle critiche proferite da mesi e sino a pochi giorni fa proprio ai due Enti citati, un soccorso finanziario ed esce fuori dal vasino che gli è stato consegnato in comodato, cioè proponendo interventi al di fuori dell’area concessagli e allargandosi sui terreni circostanti e anche, udite udite, nello specchio acqueo antistante la spiaggia del Lazzaretto sino alla batimetria di 8 metri, vale a dire dalla Torre del Lazzaretto al promontorio dell’Hotel dei Pini, comprendendo nelle sue mire tutta la spiaggia e finanche i terreni privati. L’illogicità di tale proposta sta nelle regole dei finanziamenti sia europei sia nazionali, dovuta penso io più all’ignoranza del soggetto che ad altro, poiché i soldi pubblici possono essere spesi solo se si ha la disponibilità delle aree ove si vogliono spendere le risorse, e non sulla base di idee scombinate prive di supporto giuridico. A ciò si aggiunge il fatto che un intervento di tale portata allargherebbe potenzialmente il sistema vincolistico dell’Area Marina attuale sino allo specchio di mare frontistante l’Hotel dei Pini, cosa questa che mal si concilia con il turismo e gli usi radicati su tali zone. In pratica penso che il nostro sognatore con denari altrui, intende crearsi un parco privato nel quale fare le sue personali ricerche a suo dire scientifiche, ponendo ulteriori vincoli dei quali non abbiamo bisogno, essendo bastanti quelli delle migliaia di ettari del Parco e dell’Area Marina esistenti.
La stratificazione di vincoli posti senza pubblicità ha creato mostri giuridici quali ad esempio quello del Parco Geominerario, che insiste, non si sa per quale arcano ragionamento e di quale cervellotico esperto che lo ha concepito, su tutto il promontorio di Capocaccia. Ad oggi lo Statuto del Parco Geominerario prevede che i siti ipogeici posti all’interno delle aree di sua competenza, siano gestiti dallo stesso Parco Geominerario. In altri termini le Grotte di Nettuno e la Grotta Verde dovrebbero essere gestiti dal predetto Parco con sede in quel di Oristano e non dal Comune di Alghero o dalla Fondazione Alghero. A questo punto considerato che il Signor Barbieri ha pensato subito di chiedere i soldi dei cittadini per proporre il suo progetto, senza prima coinvolgere i portatori di interesse, mi è sembrato giusto scrivere queste due righe, ricordandogli anche che sarebbe più urgente curare un altro giardino prima di quello di Abbado, e cioè quello sulla muraglia dove due palme in verosimile pericolo di caduta, in quanto attaccate dal punteruolo rosso, potrebbero rovesciarsi sul suolo pubblico tra i più frequentati della riviera con pericolo per cose e persone. Rivolgo pertanto un appello al Sindaco affinché faccia luce su tali potenziali ulteriori ed inutili vincoli, e affinché non si spendano 90 mila euro dei cittadini incrementando le aree vincolate del Parco per non meglio precisati studi scientifici ed emetta, invece, una ordinanza urgente per l’abbattimento immediato delle due palme affinché non accada ciò che è accaduto pochi giorni fa in viale Europa.
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