ALGHERO - L'artista lavora in analogico e mostra un ciclo di scatti realizzati al Museo del Louvre a Parigi. La sua attenzione è rivolta qui a manufatti che erano probabilmente oggetto di dono o facenti parte di rituali di divinazione e provenenti da epoche remote e - nel caso specifico - appartenenti alla cultura mesopotamica.

Per i piccoli modelli architettonici in argilla si ritrovano analogie dentro i racconti di Ogotemmeli, nel libro “Dieu d’eau” di Marcel Griaule. In questi suoi lavori Anja Ronacher, pur allontanandosi dall'utilizzo del fondo nero a lei tipico, combina ancora il principio di appropriazione con la "restituzione" o "ricompensa" riportando, attraverso la fotografia, il manufatto al suo valore originale di oggetto /soggetto.

Gli articoli museali, di materiale argilloso, subiscono quindi una sorta di revitalizzazione mediante il processo chimico in camera oscura. O forse - più ambiziosamente - l’artista con i suoi scatti persegue ancora il tentativo di emancipazione dall’esproprio colonizzante, anche museale (Valentina Piredda-Sardinia).