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28 ottobre 2021
Consorzi: scoppia il caso Carrabuffas
Cresce velocemente il malcontento all´interno del Consorzio di Alghero nonostante il recente rinnovo delle cariche dell´associazione. «A oltre due settimane da quell’Assemblea diretta dalla presidente uscente non ci è stato fornito alcun verbale» dice Giuseppe Meroni
ALGHERO - Sta per scoppiare, forse è già scoppiato, il “caso Carrabuffas”, con il diretto coinvolgimento del Consorzio locale e del Comune di Alghero. Più di due settimane fa, lunedì 11 ottobre, l’Assemblea degli Utenti (circa 300 nell’intera area del Consorzio Strada Vicinale Carrabuffas), si è riunita per la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione. Il malcontento era palpabile da settimane. I quattro chilometri di strada vicinale sono privi di manutenzione da anni: decine di buche mettono a rischio l’incolumità di automobilisti e motociclisti, le erbacce sono ovunque così come i rifiuti abbandonati. La situazione è talmente insostenibile che, in vista dell’Assemblea, aveva visto la luce il “Comitato spontaneo per la rinascita di Carrabuffas”. L’adesione è stata immediatamente massiccia e all’Assemblea, caratterizzata da una partecipazione che non si vedeva da tempo, i cinque candidati del Comitato hanno stravinto: delle 265 preferenze espresse, 216 sono infatti andate ai membri del Comitato, mentre quelle riferite ai candidati dell’amministrazione uscente sono state solo 35. I giochi sembravano fatti, ma non è stato così. Anzi.
«A oltre due settimane da quell’Assemblea diretta dalla presidente uscente», dice Giuseppe Meroni, delegato permanente di Salvatore Martinelli ed eletto nel nuovo Consiglio di Amministrazione, «non ci è stato fornito alcun verbale. Le nostre richieste formali di chiarimento alla segreteria del Consorzio, inviate per conoscenza anche al Comune, non hanno ottenuto alcuna risposta. Ci è stato anzi impedito l’accesso agli uffici. Nei giorni scorsi, dopo che per una settimana tutto il materiale sensibile dell’Assemblea (schede, deleghe, e così via) è stato nella piena disponibilità della presidente uscente, in conflitto di interesse con il suo ulteriore ruolo di candidata sconfitta, la segreteria del Consorzio ci ha detto di avere trasmesso i documenti al Comune. Il Comune, a propria volta, dichiara però di non avere ricevuto nulla e – per questa ragione – di non potere confermare alcun risultato. Un risultato, sia ben chiaro, indiscutibile, visto che all’Assemblea aveva attivamente partecipato proprio un funzionario del Comune, Alessandro Alciator, garantendo l’assoluta regolarità dei lavori e assistendo alla proclamazione finale dei risultati. Un’Assembea, è bene precisare, nel corso della quale non è stata verbalizzata né segnalata alcuna irregolarità o contestazione da parte di alcuno».
Cosa sta quindi accadendo? In questo stato di incertezza e di confusione monta, naturalmente, la preoccupazione e la rabbia dei residenti, che con il loro voto hanno chiesto a gran voce un cambio di passo e di qualità nella gestione della sicurezza e del decoro dell’area. E soprattutto pretendono rapidità e trasparenza nella gestione e nella soluzione dei problemi. «Siamo sinceramente sgomenti» dice Angelo Salis, un altro dei neo eletti nel nuovo Consiglio. “«Nessuno ci ha contattato per informarci della ragione di un simile, inaccettabile ritardo. Dobbiamo mendicare notizie che sono contradditorie tra loro, con funzionari comunali che si negano e altri che si defilano. E questo dopo un’Assemblea pubblica convocata proprio dopo l’annullamento di un’Assemblea precedente a settembre, resa nulla da evidenti violazioni dello Statuto da parte della presidenza uscente. E’ inevitabile chiedersi a che gioco stanno giocando i diversi soggetti che sembrano interessati a non cambiare nulla dello stato di degrado attuale».
La richiesta del Comitato è insomma quella di fare immediata chiarezza e tornare a un clima di assoluta trasparenza. «Nei mesi scorsi - conferma Alessandro Pallotta - abbiamo avuto problemi persino a ricevere dalla segreteria del Consorzio una copia dello Statuto. Quando si è legittimamente chiesto di vedere gli ultimi bilanci, abbiamo ricevuto solo secchi rifiuti. E’ evidente che in un tale quadro non resterà che ricorrere ad azioni legali precise e mirate». Il caso Carrabuffas, insomma, se non è ancora esploso ha certamente le caratteristiche di una miccia innescata in una polveriera. «Siamo pronti a lavorare per il bene di quest’area», dice Elisabetta Murenu, seconda per numero di voti raccolti in Assemblea dopo Angelo Salis. «Abbiamo programmi di intervento precisi, siamo mossi dall’entusiasmo e dall’appoggio della stragrande maggioranza dei residenti. Siamo sinceramente disponibili a collaborare con il Comune nel modo più proficuo. Ma quanto sta accadendo è sconcertante, lascia letteralmente allibiti ed è del tutto ingiustificabile».
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