Carlo Mannoni
11 ottobre 2021
L'opinione di Carlo Mannoni
La continuità aerea negata
Enzo Favata in una sua amara e lucida riflessione su facebook di oggi 10 ottobre 2021 sulla continuità territoriale aerea, ci mette tutti di fronte all’amara realtà del nostro isolamento nel trasporto aereo rispetto al continente. Lo fa in base alle sue esperienze di assiduo viaggiatore per l’attività artistica che lo porta in giro per il mondo e quindi da testimone diretto di ciò che una continuità aerea mancata può determinare per tutti noi. La sua analisi verte sulla vecchia questione, tuttavia sempre viva e attuale, se sia sufficiente lasciare al libero mercato di occuparsi di un nostro diritto fondamentale come la continuità territoriale aerea o se, invece, debbano essere le pubbliche autorità - lo Stato e la Regione - a occuparsene con politiche mirate.
Diciamolo subito: per me la vera continuità aerea è quella in cui se debbo spostarmi per il continente mi dovrebbe essere sufficiente consultare gli orari delle partenze e scegliere quello che soddisfa le mie esigenze, perché so che dietro la lista delle partenze e degli arrivi da e per Cagliari, Olbia e Alghero c’è stato un continuo e assiduo lavoro delle nostre istituzioni regionali che per tempo hanno affrontato e risolto la questione. Non pretendo un aereo ogni due ore, lo voglio alle ore giuste. Non ci vuole molto per acquisire una ricerca di mercato sugli orari preferiti dai viaggiatori da e per la Sardegna per decidere su cosa puntare. Mi interessano inoltre anche le altre destinazioni, non solo Roma e Milano, perché esiste anche la dimenticata “continuità 2” con le altre mete (Bologna, Torino, Firenze, Napoli etc.). Infine mi interessa, da cittadino europeo, un prezzo del biglietto equo, in linea con il costo del trasporto su terra che dovrei sopportare se non abitassi in un’isola. Tutto ciò non me lo può assicurare il mercato, per quanto le compagnie lowcost coprano oggi importanti segmenti di domanda con una rilevante azione di supplenza dei collegamenti cosiddetti “istituzionali”. Si tratta infatti, come ci ricorda Enzo Favata, di un mercato paradossalmente semi monopolistico (o di concorrenza imperfetta) in cui basta poco che una tariffa, formalmente e indiscutibilmente bassa, si impenni a livelli più che onerosi. Provate a partire dall’oggi al domani, come non raramente accade, o a imbarcare in stiva un bagaglio di un certo peso: a chi non è successo di scontrarsi con le esigenze dell’algoritmo studiato a tavolino dall’algida e astuta mente del ragioniere del vettore di turno? E poi gli orari e le destinazioni: prendere o lasciare. Per la socialità solidale non c’è spazio nei freddi ragionamenti di Ryanair e compagnie varie, e ciò è normale, né noi certamente la pretendiamo.
Ci restano, allora le istituzioni. Ma quali? Questa Regione che manifesta la sua autorevolezza di primo garante del soddisfacimento di un diritto primario per i suoi cittadini, come la continuità aerea, con improvvide e scoordinate iniziative senza una apparente razionalità o disegno politico di lungo respiro e per di più last minute? Una tristezza. Da viale Trento solo balbettii per rassicurarci che tutto va bene come sempre. Cosicché oggi domenica 10 ottobre 2021, a campionato di calcio fermo, per sapere come viaggeremo in aereo tra alcuni giorni ci tocca assistere all’altra partita tra vettori europei. Una champions league a eliminazione diretta con un arbitro-decisore, la Regione, che mai come ora è sembrata poco preparata rispetto agli importanti compiti a lei attribuiti in materia di trasporto aereo. Eppure l’8 giugno 2018 l’attuale presidente della Regione Christian Solinas, allora all’opposizione, scriveva con sicurezza: “Ma a febbraio faremo i conti…anche in Sardegna andiamo a governare per una vera ed efficiente continuità territoriale, per il diritto alla mobilità dei Sardi, per essere davvero liberi”.
*già assessore della Regione autonoma della Sardegna
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