S.A.
4 ottobre 2021
«Ovicaprino, traguardo storico»
Arriva il decreto ministeriale con il quale vengono definite le modalità di applicazione delle dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari nel settore ovi-caprino. Soddisfazione di Copagri
CAGLIARI - «Dopo la rivolta dei pastori del febbraio 2019 e i numerosi confronti con due diversi ministri, volti a dare stabilità e trasparenza al mercato lattiero-caseario ovicaprino, arriva finalmente il decreto ministeriale con il quale vengono definite le modalità di applicazione delle dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari nel settore ovi-caprino, forse il maggior risultato ottenuto dai pastori ‘senza bandiere’ e dalle organizzazioni agricole». Lo sottolinea il direttore della Copagri Sardegna Pietro Tandeddu dopo la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale.
«E’ da ben otto anni - ricorda Tandeddu - che la Copagri sollecitava l’applicazione del Regolamento comunitario 1308/2013 sull’OCM UNICA per dare trasparenza al settore attraverso le comunicazioni del latte conferito, ma mentre il comparto del latte vaccino è stato regolamentato in tempi brevi, quello ovicaprino ha subito inspiegabili ritardi che ne hanno rallentato l’iter procedurale». «A questo punto, diventa fondamentale una rapida attuazione del sistema informativo, ponendo fine alle polemiche circa le giacenze e i quantitativi di latte prodotto. Stabilita l’obbligatorietà delle comunicazioni, avremo finalmente contezza della dimensione produttiva del comparto, dei quantitativi e delle tipologie di formaggi prodotte e delle giacenze di magazzino», continua il direttore della Copagri Sardegna, ad avviso del quale «è altrettanto importante che le organizzazioni agricole, come richiesto più volte dalla Copagri, vengano indicate quali destinatarie dei dati aggregati, anche se confidiamo nella loro messa a disposizione da parte del Mipaaf e della Regione».
«Il nuovo provvedimento ci dà una grande mano, ma rimaniamo convinti che lo sviluppo del comparto, come andiamo sostenendo da diverso tempo, passi attraverso lo scioglimento di alcuni nodi strutturali che interessano i produttori, i consorzi di tutela, la cooperazione, l’industria privata, Oilos e la Regione Sardegna, poco attenta in questi ultimi anni nei confronti di un settore che coinvolge l’intero territorio isolano dal punto di vista economico, sociale e culturale», conclude Cirronis.
|