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28 settembre 2021
Corallo: sequestrato a Bosa un rezzariello
Si tratta di un attrezzo illegale utilizzato per arare il fondale e pescare il corallo rosso. Provvidenziale l´intervento dei militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa, nell’ambito delle attività di controllo sulla filiera della pesca
ORISTANO - A seguito di una intensa attività di monitoraggio condotta nei mesi estivi, ieri i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa, nell’ambito delle attività di controllo sulla filiera della pesca ed in particolare sul prelievo del corallo, hanno rinvenuto e posto sotto sequestro amministrativo un attrezzo da pesca gergalmente denominato “ingegno” o “rezzariello” collegato ad una boa di colore bianco e priva di segnalamenti previsti dalla vigente normativa nel tratto di mare distante circa 10 miglia a nord ovest dalla foce del fiume Temo.
Tale sistema di pesca, per il cui funzionamento è necessario il fissaggio a poppa di una unità da pesca e successivamente un rimorchio che gli permetta di “arare” il fondale, è costituito da una lunga e robusta catena cui vengono collegati diversi pezzi di rete nei quali restano impigliati rami di corallo. Tale tipologia di attrezzo, per il modo in cui viene illegalmente utilizzato, produce una azione devastante sul fondale marino, tanto che la Regione Sardegna prima e la Comunità Europea successivamente, già a partire dal 1994 ne hanno vietato l’imbarco su unità da pesca ed in generale l’utilizzo.
Il corallo rosso, bersaglio di tale tipo di pesca illegale, è una risorsa sottoposta a particolare tutela sia a livello regionale che comunitario, il cui elevato valore commerciale incentiva il prelievo illegale e la successiva vendita – senza rispettare i crismi della tracciabilità – del pregiato prodotto. I controlli della Guardia Costiera procederanno incessanti a tutela dell’ambiente marino, del consumatore finale e degli onesti operatori del settore ittico.
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