G.P.
28 settembre 2021
La Sardegna sogna il ciclismo paralimpico
«L’apprendimento funziona, una squadra di ciclismo paralimpico si può costituire»: se lo augura il Comitato Italiano Paralimpico Sardegna, Federciclismo e INAIL. Tre giorni presso il Centro Sportivo Paralimpico Sa.Spo. di via Don Bosco a Selargius per apprendere i segreti delle bike
SELARGIUS - Venti persone si sono così ritrovate a Selargius, presso il Centro Sportivo Paralimpico Sa.Spo. di via Don Bosco per apprendere i segreti delle bike. Il campus si è protratto per tre giorni con ritmo brioso che ha tenuto sempre accesissimo l’interesse da parte degli uditori. I meriti vanno in parte allo staff della nazionale italiana di paraciclismo, composto dai tecnici Fabrizio Di Somma (vedere intervista in basso) e Gianni Fratarcangeli. Purtroppo, un impedimento dell’ultima ora non ha permesso al Commissario Tecnico Mario Valentini di partecipare: le dissertazioni dei suoi collaboratori non si sono limitate alle analisi tecniche di utilizzo delle bici, ma hanno spaziato anche in altre branche interconnesse tra loro come l’alimentazione o i costi che si devono sopportare per intraprendere l’attività.
Molto partecipato l’incontro con i tecnici isolani e gli insegnanti di educazione fisica che ora hanno un bagaglio di nozioni in più per coinvolgere studenti o persone con disabilità nella pratica della disciplina. Tra loro la responsabile della Associazione cagliaritana “Seguimi” che grazie all’attività ciclistica fa raggiungere il benessere psico fisico anche alle persone affette da autismo. A coordinare le giornate ci hanno pensato da una parte Antonio Murgia, responsabile avviamento rapporti CIP Sardegna – INAIL e dall’altra la Federciclismo Sardegna presieduta da Stefano Dessì. E a rappresentare il comitato sardo FCI c’era anche la responsabile della commissione paralimpica Patrizia Spadaccini, la campionessa italiana di tandem per ipovedenti Ilaria Meloni e l’atleta Guglielmo Capolino.
Durante la tre giorni non ha fatto mancare il suo supporto morale la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna, sempre emozionatissima quando si rende conto che la materia è seguitissima. «Ritengo che questo Campus sia stato molto utile, bello e divertente nella sua formula ben strutturata – ha sottolineato Sanna - dove si è passati dall’abc della disciplina a valutazioni più specifiche. Spero che non rimanga un episodio a sé stante e per evitare ciò occorre prendere in mano la situazione: sono sicura che la federazione ciclistica non li perderà di vista, devono proseguire al più presto con gli allenamenti. Rimango favorevolmente colpita anche dall’interesse mostrato dai tecnici ed insegnanti che non hanno lesinato gli interventi per capire al meglio certe dinamiche. Ringrazio tutti i partecipanti, i tecnici Gianni Fratarcangeli, Fabrizio Di Somma e il presidente FIC Sardegna Stefano Dessì. Un ringraziamento particolare anche all’INAIL e ad Antonio Murgia che nonostante le mille peripezie burocratiche è riuscito a condurre ottimamente in porto anche questa iniziativa».
Tutti sono d’accordo che la promozione della disciplina consentirà nuove metodologie d’impatto studiate dalla stessa Federciclismo Sardegna. L’idea è sposata pure da Stefano Dessì, il presidente del Comitato sardo FCI. «Dobbiamo esser attivi e propositivi nell’andare a cercare potenziali interessati – dice Dessì- e non limitarci a coloro che bussano alla porta». «Il lavoro promozionale svolto dal CIP Sardegna è stato sicuramente lodevol - conferma Antonio Murgia - La manifestazione è andata benissimo, la logistica è stata perfetta come del resto la struttura della Sa.Spo che ci ha ospitato. E l’interesse suscitato nei partecipanti è palese». «Sul fronte sportivo ora la palla passa alla FCI Sardegna che deve dare immediatamente continuità alla pratica del ciclismo paralimpico con la creazione di una commissione per le classificazioni – conclude l’insegnante di Santadi - possibilmente in Sardegna, il che consentirebbe ai tesserati di svolgere gare ufficiali. I numeri per farlo ci sono ma bisogna battere il ferro finché è caldo».
Nella foto: gruppo di ciclicmo paralimpico
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