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27 agosto 2021
Capo Caccia, Sardenya i Llibertat chiede atti concreti
Mobilitazione ad Alghero in difesa del faro di Capo Caccia, al fine di evitare il ripetersi di una situazione analoga a quella che ha interessato l’area naturalistica di Punta Giglio. Sardenya i Llibertat chiede atti concreti

ALGHERO - Mobilitazione ad Alghero in difesa del faro di Capo Caccia, al fine di evitare il ripetersi di una situazione analoga a quella che ha interessato l’area naturalistica di Punta Giglio, con le forti contestazioni che ne sono seguite da parte della popolazione algherese e sarda. Sardenya i Llibertat, con una dettagliata nota a firma del coordinamento costituito da Salvatore Scala, Carlo Sechi, Luigi Addis e Sergio Floris, indirizzata al presidente del Consiglio regionale, al Ministro dell'Economia, al sindaco di Alghero, a tutti i capigruppo consiliari, al prefetto ed all'agenzia del Demanio, rivolge un appello al fine di attivarsi, nell’ambito delle rispettive competenze, per approvare una serie di atti.
Un’apposita mozione deliberata dal Consiglio comunale che impegni il sindaco e la giunta comunale per chiedere alla Regione Sardegna e all’Agenzia del Demanio dello Stato l’assegnazione dell’edificio del farista e del terreno circostante al faro di Capo Caccia con vincolo di destinazione d’uso esclusivo museale e culturale in genere, escludendo qualsiasi attività di pernottamento e di ristorazione. «Una volta acquisiti al demanio comunale con vincolo di destinazione d’uso tali beni potrebbero anche essere assegnati all’Ente Parco per lo svolgimento delle sue attività istituzionali di tutela e promozione ambientale».
Piano organico di censimento e utilizzo dei beni comuni. «Oggi - si legge nella nota - si rende necessario predisporre un Piano organico di censimento e utilizzo degli immobili comunali e in genere pubblici che anteponga gli interessi generali a quelli particolari di singoli individui o di operatori economici. In passato edifici e terreni comunali o comunque pubblici sono stati ceduti indebitamente a soggetti privati o abbandonati all’appropriazione abusiva, sottraendoli così agli usi legittimi della comunità. Tale pratica, per mancanza di progettualità o per colpevole disinteresse nonché per cinico calcolo politico, continua ancora oggi».
Iniziativa per l’attuazione dello Statuto speciale della Sardegna. «In attuazione dell’art. 14 dello Statuto speciale della Sardegna - Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 - sosteniamo l’urgenza di attivare tutte le procedure legislative e amministrative affinché i beni immobiliari del patrimonio e demanio dello Stato insistenti nel territorio della Sardegna ma rimasti inutilizzati - mantenuta la classificazione vincolistica originaria o con introduzione di rigorosi vincoli di destinazione d’uso -, vengano trasferiti alla Regione Sardegna; quelli ricadenti nella fascia costiera dei due chilometri dal mare andrebbero acquisiti alla Conservatoria delle coste debitamente riattivata».
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