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11 agosto 2021
«Città allo sbando, politica mortificata»
Bordate su Porta Terra, la maggioranza e il sindaco Mario Conoci arrivano dal segretario cittadino del Partito dei Sardi, Gavino Tanchis, che spara delle vere e proprie cannonate sull'ex alleato dopo la revoca delle deleghe a Marco Di Gangi
ALGHERO - «Nemmeno questa volta il sindaco di Alghero è riuscito ( in quella che per lui sarebbe una impresa titanica ) ad assumersi una responsabilità. Il punitivo decreto di revoca dalle deleghe (ma non dall’incarico assessoriale) adottato nei confronti del delegato al turismo mette a nudo due problematiche, una politica e l’altra amministrativa. La prima evidenzia la cronica incapacità del sindaco ad assumere determinazioni vere e definitive riguardo alle posizioni critiche assunte di recente dall’assessore Di Gangi. La seconda, di carattere amministrativo, consisterebbe in una errata lettura della normativa (art. li 46 e 48 del TUEL), che sebbene non vieti la figura dell’assessore senza deleghe (benché inutile e dispendioso per le casse pubbliche) illegittima sarebbe la corresponsione della indennità, giacché funzionalmente collegata alla partecipazione degli atti deliberativi di giunta per la realizzazione del programma elettorale che (anche per pudore) l’assessore Di Gangi non potrebbe compiere».
Arrivano bordate su Porta Terra anche dagli ex alleati. E' il segretario cittadino del Partito dei Sardi, Gavino Tanchis, che spara delle vere e proprie cannonate sul sindaco di Alghero dopo la revoca delle deleghe a Marco Di Gangi. «Non entro volutamente in merito alle scelte future dell’assessore (ricordo di essermi dimesso dalla precedente Giunta per delle divergenze con l’allora sindaco Mario Bruno che, mi duole ammetterlo, al confronto con quello attuale, pare uno statista), ma con questo insulso provvedimento - sottolinea Tanchis - si è sdoganato il concetto che ad Alghero si possa pagare con i soldi pubblici un assessore anche per vagare per i corridoi del municipio».
«E’ pur vero che in questa giunta esistono assessori dall’operato imbarazzante (non cito per decenza le forze politiche di cui risultano espressione), così come è altrettanto vero che la città è al completo sbando, senza una guida politica, priva di programmazione ed in pieno stato di abbandono (le condizioni delle strade urbane ricordano la martoriata Beirut degli anni 80), ma la forzatura di privare di tutte le deleghe l’assessore Di Gangi lasciandolo comodamente al suo posto e sempre al libro paga del Comune di Alghero è politicamente irriverente, mortificante (soprattutto per il delegato in giunta) e persino pericoloso in quanto potrebbero profilarsi responsabilità per danno erariale di cui la Corte dei Conti potrebbe chiedere conto».
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