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1 agosto 2021
Varchi di luce alla Galleria Bonaire
Giovedì 5 agosto alle ore 19.00 la Galleria Bonaire Contemporanea di Alghero, inaugura Varchi di luce, personale di Luisella Deiana Patetta. La presentazione di Mariolina Cosseddu
ALGHERO - Luogo privilegiato del percorso di Luisella Deiana Patetta è il limite, la soglia sulla quale si manifesta la inafferrabile, poetica visione che prende vita negli ultimi acquerelli, frutto di mesi di solitudine e meditazione. Una solitudine accolta con totale dedizione alla pittura, strumento di salvezza in un momento di crisi e lontananza dalla vita attiva. In realtà, per lei, che la pratica pittorica la conduce da decenni e con sostanziale coerenza stilistica e concettuale, la condizione di isolamento si è capovolta in uno spazio affollato di figure e oggetti, piante e animali, creature sfuggite alla vulnerabilità del sogno e mutate in enigmatica visionarietà, ma perfettamente controllata. Agiscono, infatti, nella sua delicata poetica, frammenti di vita vissuta proiettati in una dimensione atemporale, spogliata dall’enfasi del quotidiano, dalla fisicità di uno spazio praticabile e lasciati galleggiare su un confine mai divisorio, semmai di andata e ritorno tra l’io e il mondo.
Le composizioni di Luisella Deiana Patetta nascono lì, su un “limitare” che è già desiderio di superamento, ansia di oltrepassare l’accadimento fenomenico per inoltrarsi nelle regioni di una spiritualità tutta contemporanea. L’immagine prende forma nella lenta procedura dell’acquarello, mezzo espressivo che le consente maggiore libertà rispetto all’olio e all’incisione. Libertà di lasciar vagare la mano che insegue il pensiero mentre delinea le cose alleggerendole della loro materialità fino a giungere a un armonico equilibrio del tutto. C’è, nel suo lavoro, la consapevolezza di una quiete conquistata, di un appagante silenzio in cui vivono le figure e gli oggetti, che è poi l’equivalente di una vita interiore piena e pacata, saggiamente misurata, come il suo vissuto, fatto di solidità affettive e professionali. Se una vaga inquietudine si percepisce nelle figure di spalle, nelle ombre della sera, nello sbigottimento degli occhi delle sue donne, è subito riassorbito dall’immobilità di sapore metafisico che si distende sulla scena e di cui arriva chiara la sensazione di un accadimento simbolico e allusivo, privato eppure riconoscibile. Concentrata su se stessa, su un sentire che risponde però alle sollecitazioni di un tempo critico e complesso, Luisella Deiana Patetta sa che la pittura, quando non è narrazione, è rappresentazione evocativa, distillato poetico, severo e fulmineo come una apparizione rivelatrice, più prossima al mito che alla cronaca. Da qui i formati di dimensioni ridotte, quasi miniaturizzati, per accrescere la profondità di senso nella semplificazione compositiva, nei toni ribassati, nelle luci fredde e rarefatte. Gli scorci e i tagli fotografici costringono l’immagine a non perdersi nella profondità degli spazi e accrescerne il tono lirico, come nella poesia giapponese degli haiku, essenziale e vera fino allo spasimo.
Attenta conoscitrice dei registri linguistici della pittura, Luisella Deiana Patetta sente di appartenere a quella tradizione figurativa che ha assorbito la lezione novecentesca per piegarla alle proprie esigenze espressive: un equilibrato connubio tra “realismo magico” e tensioni surreali. In questo contesto si manifesta la figura femminile come nucleo centrale delle sue visioni, mobile ed emozionata, irrequieta e sognatrice. Un senso di attesa investe la sua corporeità modellando la femminilità con una sensibilità intensa e fortemente introspettiva, emblema di una condizione del nostro presente: una donna di una contemporaneità problematica che risponde con vigile e lucida presenza ai difficili richiami del mondo.
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