ALGHERO - Un racconto inedito, attraverso le parole di Pietro Simon, figlio di Antoni Simon Mossa, per celebrare cinquant'anni dalla scomparsa del padre, il 14 luglio 1971, a soli 55 anni. Pietro ci ha accolto nella casa di famiglia per raccontarci “suo padre”. Pietro Simon, il più piccolo di cinque figli, lo definisce affettuosamente un padre “ingombrante”, molto impegnato nel lavoro e nelle sue passioni, ma presente in casa quando era necessario. Questo è il ricordo forse un po’ “sfuocato” di un uomo gioioso, sereno e molto giocoso, così come lo ricorda Pietro che ha perso suo padre quando aveva solo 11 anni e racconta di averlo scoperto nella maniera più vera, solo nel 2007, a 36 anni dalla sua morte.

Come spesso accade, tocca al piccolo di casa raccogliere l'eredità dei genitori e così è stato per Pietro Simon. Un ritrovamento fortuito di carteggi, scritti, bozzetti, disegni nel sottotetto di famiglia, gli hanno permesso di conoscere intimamente suo padre, del quale, fino ad allora, custodiva solo i ricordi di famiglia. Una stanza segreta, così come succede nei film, in cui Pietro ha trovato la chiave per aprire non solo quell'uscio, ma anche il suo cuore e quello di tutta la sua famiglia. Passa una settimana intera ad aprire le scatole di cartone e pile di manoscritti e dattiloscritti conservati in mezzo a vecchi mobili, alla scoperta del tesoro di famiglia. Antoni Simon Mossa lascia un'immensa eredità che Pietro legge attentamente, dai diari giovanili, alla sua corrispondenza. Questo gli ha permesso di scoprire anche la sua “fanciullezza”, la sua sensibilità e di comprendere e apprezzare la sua preparazione, il suo genio, le sue idee, le sue infinite passioni, come quella per il cinema. Ritrova, tra tanti documenti, un testo iniziato nel 1939 scritto da un giovane aspirante regista, Praxis und Kino – Prassi e cinema, manuale oggi edito, che aiuta chi vuole entrare nel mondo del cinema, il “cinema d’arte”, e risolvere i problemi concreti dell’ideazione e realizzazione di un film, ponendo al centro dell’attenzione la sceneggiatura.

E sono proprio le sue passioni che gli hanno permesso di esprimere sempre se stesso e di “raccontarsi” anche nel suo lavoro in modo così unico e particolare. Se c'è una personalità poliedrica nel panorama culturale del 1900 sardo è sicuramente Antoni Simon Mossa, intellettuale sassarese di origine algherese, conosciuto principalmente per le sue opere architettoniche ed il suo impegno politico, ma è stato anche un uomo che ha operato con passione e competenza anche nel campo della letteratura così come della musica e del cinema. Tra i tanti progetti architettonici ricordiamo la Scala del Cabirol che consente l’accesso alle Grotte di Nettuno ad Alghero, l’Hotel El Faro, l’Hotel La Lepanto, Palau de València, l’Ospedale Civile, la Casa di riposo per anziani, e inoltre l’importante contributo al Master Plan della Costa Smeralda ed il Museo del Costume di Nuoro. Difficile raccontare in poche righe il politico, il giornalista, lo scrittore, l’intellettuale e l’uomo interessato al cinema.

È stato, però, soprattutto un grande sardo e un grande algherese che ha animato la rivoluzione culturale del 1900, che ha amato incondizionatamente la sua Sardegna e la sua Alghero, così come racconta Pietro, cercando sempre nei suoi lavori e nei suoi progetti, di rendere protagonista la sua isola e la sua città. Per Pietro è stato un onore raccogliere questa eredità. E allora Pietro Simon, erede familiare della divulgazione dei saperi di tuo padre, a te il compito di continuare in questa direzione per proseguire nel passaggio verso l’apertura di nuove strade, di studi e ricerche su Antoni Simon Mossa. Con attesa i suoi amici, conoscenti e amanti delle sue opere e dei suoi scritti, aspettano con fervore la diffusione di nuovi studi per portare alla luce notizie e curiosità per conoscere meglio il suo genio smisurato.

Nella foto di copertina: Antoni Simon Mossa (a destra) con Pere Català e Rafael Sari all'Hotel El Faro di Porto Conte