S.A.
3 luglio 2021
Oggi è la festa del grano in Sardegna
In Sardegna i raccolti sono buoni dopo una stagione iniziata male a causa delle abbondanti piogge invernali che hanno fatto posticipare la semina in alcuni casi a febbraio mettendo a serio rischio la stagione
CAGLIARI - Grano day oggi in tutti i mercati e agriturismo di Campagna Amica dove sono stati presentati i prodotti della filiera dal campo alla tavola con laboratori, esposizioni e preparazione dei piatti della tradizione contadina. Un appuntamento mensile quello della rete di Campagna Amica che esalta i prodotti della stagione e della biodiversità. In piena trebbiatura la scena a luglio non poteva che essere del grano, in particolare del grano duro con l’Italia maggiore produttore al mondo dopo il Canada dove però per far maturare le spighe viene usato il diserbante chimico glifosate in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio italiano dove invece avviene tutto grazie al sole.
Dai prima dati emersi dal monitoraggio della Coldiretti sull’inizio della trebbiatura quest’anno si riscontra un - 10% del raccolto di grano in Italia nonostante l’aumento delle superfici coltivate e qualità in crescita, dovuto al maltempo di maggio dopo un inverno mite. In Sardegna i raccolti sono buoni dopo una stagione iniziata male a causa delle abbondanti piogge invernali che hanno fatto posticipare la semina in alcuni casi a febbraio mettendo a serio rischio la stagione, per poi però recuperare grazie anche alle piogge tardive. La Sardegna si piazza a metà classifica tra le regioni italiane produttrici di grano con circa 30mila ettari, mentre tra la fine dell’800 e inizi del ‘900 era la seconda regione dopo la Sicilia in cui si coltivava più frumento duro in Italia: 158.000 ettari su 1,29 milioni totali (elaborazioni Coldiretti Sardegna su dati Laore). In meno di 20 anni la Sardegna ha perso quasi il 70 per cento della superficie coltivata a grano (nel 2004 erano quasi 97.000 ettari).
Ma mai come questi anni, grazie anche alle battaglia della Coldiretti, il grano made in Italy è al centro delle attenzioni dei consumatori e delle industrie di trasformazione. Sono sempre di più infatti i marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni. Di conseguenza crescono anche gli accordi le industrie di trasformazione stanno quindi adeguando gli approvvigionamenti e le proprie linee di produzione anche attraverso accordi per aumentare le coltivazioni in Italia. Ma sono sempre di più, grazie anche alla rete di Campagna Amica, i cerealicoltori che chiudono al filiera e trasformano e vendono direttamente i propri prodotti, valorizzando e recuperando in questo modo anche i prodotti della tradizione (dal pane alla pasta).
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