Red
25 giugno 2021
Cave Buddusò: via al progetto di riciclo
«Dalle cave un impulso all´economia circolare e alla sostenibilità ambientale», dichiara l´assessore regionale dell´Industria Anit Pili, in materia di riciclo degli sfridi da lavorazione
BUDDUSO' - La Giunta regionale ha approvato l’adesione al progetto “Recycling of granite scraps II–Regs II” facente parte del programma “Life” 2014-2020. Iniziato a novembre 2020, il progetto si concluderà il 30 aprile 2024, per un piano finanziario previsionale complessivo di 3.593.398euro, di cui 2.257.838 di cofinanziamento dei partner associati, e un cofinanziamento Ue pari a 1.335.560euro (54,56percento del totale ammesso a sovvenzione).
«La partecipazione della Regione attraverso il Servizio Cave e miniere della Direzione generale dell’Industria – dichiara l’assessore regionale Anita Pili – consentirà di sperimentare metodi innovativi di economia circolare nell’ambito degli sfridi da lavorazione. Un’occasione di collaborazione importante tra Enti locali e privati che porta a verificare la bontà di una best-practice che se confermata nel suo potenziale, potrebbe risultare utile a tutto il comparto produttivo». Partendo dal problema della gestione delle quantità crescenti di rifiuti di granito nelle cave del territorio comunale di Buddusò, e dalla crescita continua della domanda di feldspati a livello europeo, che comporta l’estrazione di notevoli quantità di materie prime e consistenti flussi commerciali internazionali per il relativo approvvigionamento, il progetto si concentra sul riciclo delle materie di scarto, grazie alla collaborazione con il Cnr, con l’Università degli studi di Ferrara e con soggetti privati.
«Mediante la trasformazione degli sfridi da rifiuto a prodotto – spiega Pili – si riducono i cumuli di scarti, si recupera suolo degradato e, in prospettiva, se ne riduce l’usura, migliorando il territorio sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Inoltre, anche grazie alla riduzione delle importazioni di feldspati, si riducono le emissioni di Co2. Il programma ha poi un notevole risvolto socio-economico, perché mediante l’ottimizzazione del processo di riciclo delle risorse, si avranno da un lato la riduzione dei costi di gestione delle aziende estrattive, e dall’altro un incremento della competitività e la creazione di nuove competenze professionali, in un’ottica di economia circolare che speriamo, possa essere d’esempio ad altri territori».
Nella foto: l'assessore regionale Anita Pili
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