Red
22 giugno 2021
Riciclaggio e turbativa d´asta: sette arresti tra Cagliari e Napoli
Questa mattina, nel corso dell´Operazione “Olympia”, i finanzieri dei Nuclei di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Cagliari e Napoli e del Servizio Centrale investigazione criminalità organizzata hanno eseguito sette misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia
CAGLIARI – Questa mattina (martedì), nel corso dell'Operazione “Olympia”, i finanzieri dei Nuclei di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Cagliari e Napoli e del Servizio Centrale investigazione criminalità organizzata hanno eseguito, nell’hinterland partenopeo, sette misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti del 31enne Luigi Del Prete e del 34enne Carlo Del Prete, entrambi già detenuti, in carcere, in quanto ritenuti gravemente indiziati di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante nella duplice forma del “metodo mafioso” e della “finalità agevolatrice del sodalizio denominato clan Orlando”.
Contemporaneamente, per le stesse ipotesi di reato, è stata data esecuzione alla misura degli arresti domiciliari nei confronti del 56enne Pasquale Portarapillo e del 41enne Domenico Panella (quest’ultimo solo oer turbata libertà degli incanti), per aver interferito sul regolare svolgimento di un’asta giudiziaria in una procedura esecutiva immobiliare, determinando un rialzo del prezzo di vendita di un appartamento a Marano, per impedirne l’acquisto da parte di una persona che partecipava in buona fede. Infine, il 42enne Michele Simeone, la 34enne Ilaria Di Meo e la 36enne Kateryna Halych (solo per il trasferimento fraudolento di valori), sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria. I provvedimenti cautelari scaturiscono da indagini coordinate dalla Procura di Napoli, avviate nell'aprile 2019 nei confronti di un gruppo di narcotrafficanti, composto da campani e sardi, che aveva organizzato il trasporto di ingenti quantitativi di hashish sull’asse Napoli-Medio Campidano.
L’esame della documentazione acquisita nel quadro delle indagini e l’arricchimento delle stesse con accertamenti bancari e patrimoniali ha consentito di ricostruire molteplici e sistematiche operazioni di acquisto di beni mobili e immobili (anche con la turbata libertà degli incanti in procedure esecutive), nonché di attività commerciali, compiute tra il 2014 e il 2018, riciclando e reimpiegando i proventi dei reati commessi e intestandoli a compiacenti prestanome. Questi ultimi sono risultati totalmente asserviti agli illeciti affari del principale indagato, il 31enne, inserito nel sodalizio camorristico degli “Orlando”, egemone a Marano (Comune in provincia di Napoli), con i cui plenipotenziari egli intratteneva frequenti e stabili rapporti. Gli indagati, per “schermare” i beni illecitamente acquistati hanno impiegato una persona fisica nell’acquisto di un immobile da una società riconducibile al cognato dei fratelli (di diverso cognome per errori dell’Anagrafe) Antonio Nuvoletto e Filippo Nuvoletta, alias “O’ Cecato”, esponenti di spicco dell’omonimo sodalizio camorristico (clan Nuvoletta).
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