Red
15 giugno 2021
La ricattano per un video nuda: doppia denuncia a Nuoro
La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha denunciato una 64enne napoletana e un 47enne della provincia di Catanzaro responsabili del reato di estorsione in concorso. L’attività investigativa condotta dagli specialisti della Sezione Polizia Postale di Nuoro ha tratto origine dalla denuncia sporta a marzo da una 49enne residente nel Nuorese raggirata da una cartomante
NUORO - La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha denunciato una 64enne napoletana e un 47enne della provincia di Catanzaro responsabili del reato di estorsione in concorso. L’attività investigativa condotta dagli specialisti della Sezione Polizia Postale di Nuoro ha tratto origine dalla denuncia sporta a marzo da una 49enne residente nel Nuorese, che si era rivolta per ragioni sentimentali, tramite il social “Facebook”, alla cartomante “Mariana Chiaroveggente”. La cartomante ha riferito alla vittima che, per far riavvicinare la persona amata, avrebbe dovuto eseguire un rituale magico e, pertanto, le ha chiesto di inviarle un video nel quale si sarebbe dovuta mostrare completamente nuda nell’atto di fare una doccia “purificatrice”.
Inoltre, la “maga” le ha chiesto i suoi dati personali corredati da una fotografia nonché di eseguire due ricariche da 50euro l'una a favore di una carta di credito ricaricabile a lei intestata. Eseguite le due ricariche e le istruzioni della “chiaroveggente”, la parte lesa ha ricevuto dopo pochi giorni un messaggio, tramite WhatsApp, da un account risultato poi associato al secondo indagato, con il quale le si comunicava il rinvenimento di un cellulare contenente il video che la riprendeva nuda sotto la doccia e che avrebbe dovuto pagare la somma di 500euro per evitare che fosse condiviso ai suoi contatti Facebook.
La vittima, preoccupata delle possibili ripercussioni, pur accondiscendendo alla richiesta estorsiva, ha continuato tuttavia a ricevere altre richieste di denaro anche attraverso utenze telefoniche estere. Dall’analisi delle liste movimenti delle due carte ricaricabili oggetto d’indagine, è risultato che effettivamente erano presenti le operazioni di ricarica effettuate dalla parte lesa, e che una delle due carte, quella attivata dalla donna, veniva utilizzata nel Benin e nel Togo per eseguire pagamenti Pos a fronte di numerose altre ricariche in entrata provenienti presumibilmente da altre vittime, fatti che fanno presumere che gli indagati siano in contatto con organizzazioni.
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