Red
11 giugno 2021
Che storia: menzione di merito per il Liceo Manno
Il liceo algherese, terzo classificato nella scorsa edizione, quest´anno ha coinvolto le classi Quarta B, Terza L e Terza H che, suddivise in gruppi, hanno partecipato con quattro racconti: due, segnalati dalla Commissione, sono stati pubblicati on-line
ALGHERO – Menzione di merito per gli alunni del Liceo Classico “G.Manno” al Concorso “Che storia”. Il liceo algherese, terzo classificato nella scorsa edizione, quest'anno ha coinvolto le classi Quarta B, Terza L e Terza H che, suddivise in gruppi, hanno partecipato con quattro racconti: due, segnalati dalla Commissione, sono stati pubblicati on-line. Il concorso nazionale, giunto alla quarta edizione, è bandito dall’Accademia dell’Arcadia in collaborazione con l’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, l’Istituto di storia dell’Europa mediterranea del Consiglio nazionale delle ricerche e il Dipartimento di Scienze umane dell’Università dell’Aquila. Hanno partecipato all’iniziativa gli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado italiani, statali e paritari, delle scuole italiane all'estero e delle scuole straniere in Italia. L’iniziativa, proponeva ai giovani la scrittura di racconti su temi, avvenimenti e personaggi storici, con la finalità di stimolare attraverso un apprendimento coinvolgente, un esercizio di cittadinanza attiva e democratica.
Il progetto del Manno, coordinato dalla professoressa Laura Viglietto, si è avvalso della collaborazione dei docenti Sabrina Deriu, Elzbieta Wisniewska e Pier Luigi Piras per la Terza L e la terza H, e delle docenti Patrizia Sotgiu e Mariolina Cosseddu per la Quarta B. Hanno ricevuto menzione di merito i racconti, “Storia di un italiano”, realizzato da un gruppo di studenti della Quarta B (Mauro Bonfoco, Giulia D’Agostino, Lorenzo Lauro, Alessia Masia e Margherita Saba), e il “Canto di Ewa”, realizzato dagli alunni Marco Saba (Terza H), Giulia Cocco, Margherita Lipari, Carlotta Cutuli e Irene Turrini (Terza L). Gli studenti, guidati dai rispettivi docenti, hanno condotto un lavoro di ricerca e approfondimento dei momenti storici in cui hanno scelto di ambientare le loro storie.
Storia di un italiano narra le vicende di un giovane esule istriano attraverso le lettere ritrovate da un nipote in un vecchio baule nella soffitta della casa del nonno a Fertilia. La docente di storia ha proposto l’analisi e la lettura degli avvenimenti che hanno caratterizzato la dolorosa, e per troppo tempo colpevolmente dimenticata, vicenda degli esuli giuliani a seguito degli esiti della Seconda guerra mondiale. Stritolati da un atroce meccanismo di potere, migliaia di persone di lingua e nazionalità italiana, furono costretti a lasciare l’Istria, e con essa tutti i loro beni, avendo come unica alternativa quella di piegarsi al regime jugoslavo di Tito e cancellare per sempre la loro identità italiana. Questa scelta obbligata pesò su coloro che riuscirono a evitare l’orrore delle foibe. L’Italia, la loro Patria, li considerò degli estranei, costringendoli a sostare per anni nei campi profughi. Gli studenti hanno avuto la straordinaria opportunità di ricevere la testimonianza diretta di una profuga istriana, Marisa Brugna, la cui famiglia, dopo dieci anni di sofferenze e discriminazioni nei campi profughi italiani, arrivò ad Alghero e si stabilì nella borgata di Maristella. I ragazzi hanno ascoltato dalla sua voce il dramma di una bimba (la signora aveva solo sei anni quando fu costretta a fuggire da Orsera, suo luogo natale), dramma raccontato nell’autobiografia “Memoria negata”. Una delle studentesse è essa stessa testimone indiretta di queste dolorose vicende, in quanto il bisnonno materno era fra gli esuli approdati a Fertila nel secondo Dopoguerra.
Il canto di Ewa è imperniato sulla vicenda biografica dell'attrice e regista polacca Ewa Benesz, attiva già nella seconda metà degli Anni Sessanta nell'Instytut Aktora- teatr Laboratorium, diretto da Jerzy Grotowski, il quale, pur ostacolato dal regime comunista, raggiunse fama mondiale. I ragazzi hanno indagato sulle motivazioni di Ewa nelle sue scelte personali e artistiche. Nella narrazione, la protagonista racconta le sue vicende a un’amica d’infanzia inserendo anche le vicissitudini di Helena Schmuness, vittima, assieme alla famiglia, delle persecuzioni antiebraiche nella Polonia del 1968, che costrinsero migliaia di ebrei a lasciare il Paese nel giro di poche ore. Nel suo sviluppo, il racconto porta il lettore negli Anni Settanta, attraverso le persecuzioni degli uomini di teatro da parte dei servizi segreti, l’attività solitaria di Ewa nel teatro itinerante, la scelta dolorosa di emigrare e infine, l’approdo in Sardegna, dove tuttora conduce dei laboratori sulle tecniche vocali e sull’origine del mito.
Viglietto esprime la sua soddisfazione per il prestigioso riconoscimento a nome di tutti gli insegnanti che hanno aderito con passione all’iniziativa e dato il loro prezioso contributo al progetto, ognuno secondo le proprie specifiche competenze: «Le finalità del progetto sono state ampiamente raggiunte attraverso la costruzione cooperativa di percorsi di lettura e ricerca che hanno potenziato le conoscenze e le competenze degli studenti e offerto loro una consapevole opportunità di cittadinanza attiva e democratica - e sottolinea ancora - il grande merito degli alunni che hanno svolto con meticolosa cura e appassionata ricerca il lavoro iniziato nel mese di novembre, e la costanza con cui hanno proseguito la messa a punto del racconto anche nei mesi di didattica a distanza». Alla soddisfazione delle insegnanti coordinatrici si aggiunge il plauso del dirigente scolastico Mario Peretto e di tutta la comunità scolastica, orgogliosi dei prestigiosi risultati dei propri alunni nell’ambito della “valorizzazione delle eccellenze”.
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