Carlo Mannoni
29 maggio 2021
L'opinione di Carlo Mannoni
Il paesaggio come valore culturale e spirituale
C'è voluta la nostra Costituzione per parlare esplicitamente di paesaggio (articolo 9: “La Repubblica tutela... il paesaggio della Nazione”) facendolo divenire uno dei valori supremi e fondamentali della carta costituzionale e del nostro popolo. Come ci ha insegnato la Corte Costituzionale, il valore "paesaggio" arretra esclusivamente a certe straordinarie condizioni e solo nel ponderato confronto con altri valori supremi come “la dignità umana, il lavoro e la casa”. Prima dell'avvento della Costituzione (ma anche per non pochi anni dopo), nelle nostre leggi non si era mai parlato di "paesaggio" ma, come con la legge Bottai del 1939, di "bellezze naturali", di "quadri naturali" e “bellezze panoramiche” che soddisfacevano esclusivamente il senso estetico della persona. Dopo la Costituzione si sono dovuti attendere ben 56 anni perché nelle leggi si riparlasse esplicitamente di "paesaggio", avvenuto col Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004.
Con la Costituzione, tale concetto si è nel tempo evoluto, diventando sempre più (semplifico) valore culturale e spirituale. L’immagine scritta sul suolo di una società o la proiezione della nostra identità sul territorio, come ha detto qualcuno con efficace sintesi. Non è stato facile, perché nella ricostruzione post bellica e anche per non pochi anni dopo, la questione “urbanistica” ha avuto la prevalenza sul paesaggio e ancora oggi forti residui di tale cultura permangono e spingono con forza. Il paesaggio ora non è più solo bellezza ma anche connubio tra la natura e il vissuto dell'uomo, come noi oggi lo percepiamo nel suo perfetto equilibrio rappresentato, tra gli altri, dal promontorio di Punta Giglio ad Alghero. Un valore di cui una comunità si è presa carico e che oggi difende con una espressione spontanea, come il Comitato di Punta Giglio, per supplire alle distrazioni delle autorità istituzionali a cui la salvaguardia e la tutela era stata delegata dalle leggi. Casermetta ed ex impianti bellici come puro museo a cielo aperto da preservare con interventi minimali di manutenzione e tutt’attorno la natura di sempre, ecco il valore da preservare.
Al valore culturale e spirituale del paesaggio oltreché estetico (un punto di arrivo a cui si è pervenuti nell'elaborazione della cultura e del diritto di tutti questi anni) mi sono ispirato nel mio articolo del 5 aprile 2021 "Lo spirito di Punta Giglio" [LEGGI], dedicato a un ipotetico soldato caduto in guerra appartenente a tutte e a nessuna delle patrie belligeranti nel secondo conflitto mondiale. Uno spirito che dopo il lungo e triste girovagare, aveva simbolicamente trovato settant’anni fa il suo gioioso e felice luogo dove sostare per sempre tra la vegetazione, le rocce e il mare di Punta Giglio. Esso rappresenta il “genius loci” della località e quindi è inestirpabile da chiunque (spiritualmente parlando), nonostante gli arzigogoli dei codici, codicilli, decreti e protocolli vari richiamati e posti in essere. Il mio suggestivo articolo su Alguet.it voleva essere uno "spot" sulla spiritualità del sito, per i valori comunitari che esso esprime contro l'attacco commerciale in corso a suo danno. Spero lo resti ancora per molto, in quanto espressione dei valori spirituali del paesaggio (anzi “di quel paesaggio”) che il Comitato per Punta Giglio ha voluto rappresentare.
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