Elisabetta Boglioli
16 maggio 2021
L'opinione di Elisabetta Boglioli
Passerelle e diritti negati, così non va
Certo non si può non esprimere vicinanza e solidarietà al figlio, che per tutelare il padre, fa conoscere il suo disappunto circa la sua avventura presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Alghero. Chi scrive, lo fa per esperienza personale diretta, simile a quella segnalata. Paziente di 92 anni. Seduta sulla sedia a rotelle. Diagnosi: Versamento pleurico;
Scompenso cardiaco, con tutto ciò che ne consegue. Si consiglia ricovero Urgente. Ingresso in pronto soccorso, ore 19.30 del pomeriggio. Uscita ore 24.45 del mattino. Esperienza non proprio piacevole sia per il paziente che per il familiare.
Reputiamo però necessario fare una doverosa premessa. Perchè lo dobbiamo, a chi opera in quella situazione. Entrare in Pronto Soccorso, è come assistere al lavorio incessante di tante formichine che si attivano per prestare soccorso ai tanti che hanno bisogno, e che li si rivolgono in un continuo viavai. Tempi di attesa lunghissimi. E disagio a non finire. Nonostante la prodigalità, la disponibilità e la solerzia degli operatori presenti, sanitari e non, si avverte la sensazione che manchi qualcosa o qualcuno che consenta a questi lavoratori di svolgere le loro mansioni (Missione) con il massimo della serenità e competenza.
Carenza di personale? Carenza di ausili sanitari? Sicuramente questo difficile momento dovuto alla Pandemia che stiamo vivendo, non agevola questo tipo di assistenza, ma non si possono non ricordare le cosiddette passerelle, non si possono non ricordare le vacue promesse che la popolazione ha ricevuto da parte di rappresentanti Locali e Regionali, i quali hanno il dovere morale oltre che istituzionale di provvedere alla Salute del Cittadino. Ospedale Nuovo… Reparti moderni e funzionali, Integrazione delle figure professionali.. e quanto altro. Abbattimento delle liste di attesa Ma quando? Si vola alto.. dimenticando la base. Sono coloro i quali forse non hanno tempo di aspettare. ma che oggi hanno il diritto di vivere con dignità anche la malattia… Non su una barella o sulla sedia a rotelle.
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