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Cor 11 maggio 2021
Seconda vita per lo storico Rafel
Cambiano i proprietari dell´attività ma non il nome ormai entrato nel cuore degli algheresi e dei visitatori della Riviera del Corallo, tanto che quella parte del lido di Alghero è conosciuta dai più come Rafel e non con il toponimo storico di Cuguttu. Il progetto è della ArTek Studio
Seconda vita per lo storico <i>Rafel</i>

ALGHERO - La storica attività sul lido di Alghero passa di mano e iniziano i lavori: via i muri in cemento a favore di materiali green. In questi giorni è arrivato il via libera alla riqualificazione con il sostegno di tutti gli enti di vigilanza ambientale e paesaggistica. Un complesso iter autorizzativo con un endoprocedimento in cui si sono espressi ben 20 uffici e soggetti competenti. La storica costruzione in cemento lascia spazio ad una nuova più compatibile con il contesto in cui insiste. Sparisce il muro perimetrale che nega la visuale del paesaggio, viene restituita la vista del mare e della rada direttamente dalla strada e, infine, il sistema sabbioso viene liberato dall’ostruzione del calcestruzzo perché la nuova pedana è rialzata rispetto alla superficie dell'arenile e non poggia più direttamente sulla spiaggia.

Il Rafel però sarà sempre il Rafel. Cambiano i proprietari dell'attività ma non il nome. E non poteva essere diversamente per il ristorante iconico della Porta d'Oro del turismo in Sardegna, gestito abilmente per 40 anni dalla famiglia Stagnaro. Una storia fatta anche di ospiti di fama da Marcello Mastroianni a Nilde Iotti. Da qualche mese Antonello, Vincenzo, Eliana Stagnaro e Mamma Rina hanno ceduto l’attività ad un gruppo di giovani imprenditori algheresi. A parlare per loro è l’amministratore Andrea Pinna. «Siamo orgogliosi di ricevere il testimone di un marchio storico della ristorazione balenare di Alghero e la scelta di mantenere il nome è il simbolo del rispetto che abbiamo per il glorioso passato e la tradizione del luogo. A queste solide radici affianchiamo il nostro know-how ormai riconosciuto e apprezzato».

La progettazione della nuova struttura è affidata all’ArTek Studio di Sergio Murgia (nella foto), ingegnere algherese specializzato in lavori nei quali l'acqua è un concept fondamentale. La seconda vita del Rafel insomma, è fortemente green oriented come si intuisce dalle parole del progettista l'ing. Murgia. «Ho pensato ad una struttura che fluttuasse sulla sabbia, l'accarezzasse lasciandole il suo spazio di vita. Una struttura realizzata, in virtù di una nuova visione di architettura sostenibile e circolare, per il 70% di materiali riciclabili e riutilizzabili. Il calcestruzzo è eliminato, limitato alla compartecipazione in maniera minima ed essenziale per le sole opere di fondazione, con una riduzione rispetto all'esistente dell’85% circa. Il concept progettuale cerca, con l'utilizzo eterogeneo dei materiali, una continua relazione e rinvio ad elementi naturali: è stato come immaginare di raccogliere dopo una forte mareggiata le risulte donate dal mare ed assemblarle tra di loro».



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