Red
6 maggio 2021
Scuola: via allo sciopero nazionale
Questa mattina, l´Unione sindacale di base ha proclamato un´astensione nazionale, con manifestazioni a Cagliari, Bologna, Catania, Firenze, Livorno, Milano, Roma e Torino
CAGLIARI - L’Unione sindacale di base ha proclamato per oggi (giovedì) lo sciopero nazionale della scuola, con Cobas Sardegna, Unicobas, Cub e Osa, «per dire “no” a un modello di istruzione fatto di test Invalsi (come se questi quindici mesi di pandemia non avessero ulteriormente scarnificato il già fragile corpo della scuola pubblica) e “no” a un Recovery fund e collegato Pnrr che lasciano intatti i veri problemi, quelli contro i quali combattono quotidianamente il personale della scuola, gli studenti, le famiglie». La giornata sarà accompagnata da una manifestazione nazionale a Roma, al Ministero dell’Istruzione in viale Trastevere, e da una serie di iniziative nei territori: a Cagliari (Consiglio regionale, in Via Roma), Bologna (al Liceo Minghetti, in Via Nazario Sauro), Catania (in Via Prefettura 20-angolo Via Etnea), Firenze (all'Usr Toscana, in Via Mannelli 113), Livorno (in Piazza Grande), Milano (all’Usr Lombardia, in Via Polesine 13) e Torino (all’Usr Piemonte, in Corso Vittorio Emanuele II 70).
«Scioperiamo sulla base di richieste estremamente chiare – spiegano gli esponenti dell'Usb - immissione in ruolo di tutti i precari (docenti e Ata) a partire da quelli con tre anni di servizio, con un investimento di almeno 7miliardi; libertà di mobilità per docenti e Ata (no ai vincoli quinquennali e triennali); investimento pluriennale nella riqualificazione e ampliamento degli edifici scolastici (13miliardi); la ripresa di una scuola in sicurezza a settembre, con Dpi adeguati (Ffp2), più spazi, riduzione del numero di alunni per classe, sanificazioni adeguate (anche dell’aria) e nuovi organici in servizio dal primo settembre; un sistema adeguato di tracciamento dei contagi; una campagna vaccinale efficace e rapida; l’abbandono della Didattica digitale integrata, una volta aperte le scuole a settembre; l’abolizione dei test Invalsi e dei Pcto; un rinnovo contrattuale che preveda un investimento di 7miliardi per un congruo aumento degli stipendi, più il necessario per un immediato riconoscimento economico relativo al maggiore impegno di docenti e Ata durante la pandemia; completa internalizzazione del personale ausiliario ed educativo; rifiuto di ogni ipotesi di autonomia differenziata».
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