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2 maggio 2021
Buoni spesa Covid: una via crucis
La lettera di protesta di un cittadino di Alghero che vive un momento di estrema difficoltà. Un pellegrinaggio continuo che lede la dignità delle persone. Ecco la mia storia
ALGHERO -« Come molte persone in questo periodo, a causa del Covid, vivo una situazione economica difficoltosa. A fine Marzo decido quindi di partecipare all’avviso pubblico per l'assegnazione dei voucher spesa del comune di Alghero, destinati proprio a chi come me è in difficoltà a causa della pandemia. Il 6 Aprile tramite SMS mi viene comunicato dagli uffici del Comune di Alghero l'esito positivo della mia domanda e contestualmente fornito il PIN da utilizzare con la Tessera Sanitaria nella quale è stata accreditata la somma assegnatami. Da questo momento in poi è iniziato un pellegrinaggio in cui la mia dignità è stata messa a dura prova e che racconterò qui di seguito. Voglio però sottolineare comunque la sensibilità dei lavoratori che ho incontrato in questo mio pellegrinaggio». Inizia così la lettera di protesta di un cittadino algherese.
«Il giorno successivo alla notizia dell’accreditamento mi reco in un primo supermercato, faccio la spesa, arrivo in cassa e chiedo di poter pagare con i voucher, ricevo come risposta un cordiale ma netto “No, ci spiace signora l'applicazione non funziona”. Il giorno successivo mi reco presso la sede dei Servizi Sociali dove per risolvere la questione mi stampano un codice cartaceo, fiduciosa vado quindi in un secondo supermercato per poter finalmente utilizzare la somma e vedere rispettato il mio diritto. Qui sembra che funzioni tutto se non fosse che per fare il pagamento bisogna far chiamare il responsabile, l'unico che può autorizzare questo tipo di procedura, paziento mentre dietro di me la fila aumenta, la mia privacy va ovviamente a farsi benedire e con lei la mia dignità. La settimana successiva scelto un altro supermarket, con la speranza che nel frattempo qualcuno dell'assessorato si sia interessato al buon funzionamento della macchina voucher, a quanto pare però non c'è comunicazione tra loro e i negozi abilitati a questa procedura. Qui addirittura non trovano il tablet dove dovrebbero digitare il mio codice fiscale e inserire il PIN, vi lascio immaginare l'imbarazzo che si può provare in una situazione simile. Infine, oggi 30 Aprile ci riprovo e la risposta è stata terribile “No Signora hanno bloccato l'applicazione”».
«Non capisco perché, visto che questa situazione è ben conosciuta dall’assessorato ai servizi sociali, l’assessore competente non si sia impegnata per risolvere il problema. So bene che non tutti riescono a perseverare così tenacemente, penso alle persone anziane o a chi prova magari pudore a far sapere la propria situazione e ho deciso quindi di raccontare la mia disavventura perché credo che si debbano mettere al primo posto le persone, soprattutto quando da parte dell’amministrazione comunale. Con questa mia lettera vorrei incoraggiare le persone a parlare e denunciare tutte le situazioni dove non si sentono tutelate e rispettate».
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