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Red 29 aprile 2021
I casi Regeni e Zaki all’Istituto Alberghiero di Alghero
I due casi giudiziari sono al centro delle lezioni di Educazione civica dell´istituto locale. Martedì, il dirigente scolastico Vincenzo Scanu ha voluto incontrare personalmente le tre classi per congratularsi con gli studenti e sottolineare il valore della sensibilità dimostrata verso i temi della pace e della giustizia
I casi Regeni e Zaki all’Istituto Alberghiero di Alghero

ALGHERO - Il caso di Giulio Regeni e quello di Patrik Zaki al centro delle lezioni di Educazione civica dell’Istituto Alberghiero di Alghero. Un percorso che è partito con l’analisi dell’obiettivo n.16 dell’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015 dai Paesi membri dell’Onu. L’Agenda 2030 è un programma per lo sviluppo sostenibile, e l’obiettivo n.16 riguarda la pace, la giustizia e le istituzioni forti. L’attenzione degli studenti ha preso da subito un indirizzo ben preciso: approfondire i casi giudiziari che riguardano il dottorando italiano dell’Università di Cambridge Regeni che, nel 2016, è stato prima rapito e poi ucciso dai servizi segreti egiziani. Ancora oggi, il Governo egiziano guidato da Al-Sisi si ostina a non collaborare con le autorità giudiziarie italiane, così da giungere all’individuazione dei responsabili delle torture e dell’omicidio, e per conoscere i motivi che hanno portato all’orrenda esecuzione.

Assai più recente è il caso di Zaki, un giovane studente che si trovava a Bologna per frequentare un master universitario in studi di genere. Zaki ha sempre fatto politica, e alle elezioni del 2018 si impegnò a favore di Khaled Ali, un avvocato e attivista politico impegnato per la difesa dei diritti umani in Egitto. Dopo aver ricevuto pressioni e minacce è stato costretto a ritirare la sua candidatura, lasciando campo libero per l’elezione di Al-Sisi. Il 7 febbraio 2020, Patrik Zaki rientra in Egitto, suo Paese natale, per far visita ai parenti. Viene catturato dai servizi segreti egiziani direttamente nell’aeroporto de Il Cairo e dal quel giorno non è più uscito dal carcere. Le accuse sono varie e riguardano le sue scelte politiche. Sorprende che si prendano a riferimento alcuni suoi post su “Facebook” (di cui Zaki nega la paternità) e il fatto che lui fosse all’estero per fare una tesi sui diritti delle persone omosessuali, diritti non riconosciuti in Egitto.

Le classi coinvolte in questo percorso sono la Quarta Eno B e la Quinta Sala A, guidate dalla loro insegnante di Inglese Alessandra Biddoccu. Subito dopo, si è aggregata la Quinta Sala B, guidata dall’insegnante di Economia aziendale Cinzia Sanna. Nasce dagli studenti, invece, la volontà di fare un gesto concreto a sostegno delle due cause giudiziarie, coinvolgendo nella riflessione l’intera cittadina algherese e avvantaggiandosi dell’attuale collocazione dell’Istituto Alberghiero, nella frequentatissima Piazza Sulis. Martedì, il dirigente scolastico Vincenzo Scanu, con tutti gli accorgimenti di cui l’emergenza Covid-19 necessita, ha voluto incontrare personalmente le tre classi per congratularsi con gli studenti e sottolineare il valore della sensibilità dimostrata verso i temi della pace e della giustizia. Quasi a dimostrare il suo personale coinvolgimento, ha messo a disposizione i terrazzini della Presidenza per esporre i manifesti di Amnesty international, scelti dagli studenti per sostenere le due cause e darne la più ampia visibilità. Oggi, chiunque arrivi in Piazza Sulis, può vedere quei manifesti esposti sulla facciata dell’Alberghiero, per non dimenticare due studenti perseguitati per i loro studi. Il messaggio è forte e rispecchia pienamente la mission del Piano dell’offerta formativa dell’Alberghiero di Alghero: dare un futuro a tutti gli studenti attraverso il sapere e il lavoro, anche e soprattutto con il superamento di tutti gli ostacoli sociali e/o economici che potrebbero impedire questo obiettivo. Non per niente, l’Istituto Alberghiero è presente all’interno del carcere e con un Corso serale, molto frequentato e di cui in questi giorni sono aperte le nuove iscrizioni.
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