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21 aprile 2021
Punta Giglio, Comitato all´attacco
Nel giorno dell´assemblea del Parco, nuovo affondo: «inutili sotterfugi semantici per ristorante e piscina». Di seguito la nota integrale a firma dei portavoce del Comitato Alghero per Punta Giglio Paola Correddu e Sara Piga
ALGHERO - «Il Comitato “Alghero per Punta Giglio”, costituitosi spontaneamente per volontà di 200 firmatari, che oggi vanta 6000 iscritti al gruppo facebook e 3500 aderenti alla petizione, nasce come movimento dal basso, multidisciplinare, senza collocazione politica ma con la sola volontà di occupare la sua posizione legittima di attore nei processi di controllo e vigilanza, considerato che la comunità locale è stata completamente esclusa nelle fasi decisionale ed autorizzativa nonostante le norme ne prevedano il coinvolgimento, con ruolo attivo, in quanto portatrice di interessi generali». Inizia così la nota a firma dei portavoce del Comitato Alghero per Punta Giglio, Paola Correddu e Sara Piga.
«Occupare gli spazi che gli spettano, qui sta la forza di questo Comitato, che di certo non ha bisogno di essere legittimato da chi è portatore di interessi particolari, come la cooperativa aggiudicataria che, con inutili sotterfugi semantici ribattezzati dal Comitato “semantica creativa”, tenta continuamente di ingannare l’opinione pubblica con narrazioni fatte di “vasca ludica”, “rifugio a mare”, di “sostenibilità” e “valorizzazione”, evitando accuratamente di indicare che il loro progetto prevede la realizzazione di un ristorante con 100 coperti, con vista sul golfo, un albergo con 7 stanze triple e quadruple, per un numero massimo di 26 ospiti, e una piscina di 23 m x 3,5 m e 3 di profondità al posto della vasca di raccolta dell’acqua piovana».
«Questo è quanto emerge dalla lettura del progetto che la cooperativa aggiudicataria invia in Regione il 30/09/2020 per richiedere il parere di VincA, valutazione di incidenza ambientale, parere che arriva il 18/11/2020 quando la conferenza dei servizi si era già conclusa con autorizzazione unica favorevole. Procedura irrituale considerato che la VincA è preminente rispetto a tutti gli altri pareri e che un parere negativo dello SVA, servizio valutazione ambientale della Regione, avrebbe potuto inficiare l’autorizzazione al progetto già ottenuta».
«Che la narrazione della cooperativa, quasi un copione recitato attraverso i mezzi di comunicazione, sia smentita dalle fonti documentali, lo dimostra ancora l’autorevole intervento dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Ricerca e Protezione Ambientale (l’ISPRA è per l’ambiente ciò che l’ISS, Istituto Superiore di Sanità, è per la salute) che nell’esprimere un giudizio sui lavori edili in progetto per l’area costiera di Punta Giglio, stigmatizza l’incompatibilità del progetto stesso, sottolineando che non vi sono forme di mitigazione per le fonti di disturbo derivanti dall’esercizio di quelle che restano le più impattanti componenti progettuali (accesso alle postazioni mitragliere distribuite lungo gran parte del margine della falesia, realizzazione di una piscina, ristorante da 100 coperti)».
«Il Comitato non ha pregiudizi ideologici, non è portatore di una qualche forma di razzismo inverso come qualcuno furbescamente vuole far credere indossando i panni della vittima, ne è costituito da fondamentalisti ambientali. Desidera solo che si rispettino le leggi in vigore, particolarmente da parte di chi quelle leggi deve applicare al fine di garantire la tutela di un’area di pregio come Punta Giglio, tutelata dal PPR, piano paesaggistico regionale, e dai vincoli conseguenti all’essere una zona SIC e ZPS».
«I nostri interlocutori sono solo ed esclusivamente gli Enti Pubblici, che devono tutelare gli interessi collettivi, non certo i privati che si sono resi protagonisti della vicenda della privatizzazione di fatto di 8 ettari, i più pregiati, dell’area di Punta Giglio. Una storia emblematica che ha fatto emergere, come neanche noi avremmo immaginato, i limiti di una politica locale che nella vicenda ha mostrato i segni della sua incapacità, assecondando per volontà o per pigrizia culturale e incuria un iter autorizzativo poco trasparente e pieno di ambiguità e contraddizioni che rischia di compromettere il futuro di una parte di territorio, selvaggio ma non certo abbandonato e degradato, dove la natura ha conquistato i suoi spazi rendendo meraviglioso un paesaggio che non ha alcuna necessità di interventi di valorizzazione che paiono far trasparire ben altre finalità» concludono Paola Correddu e Sara Piga per il Comitato Alghero per Punta Giglio.
Nella foto pubblicata sul gruppo del Comitato: i lavori in corso di esecuzione a Punta Giglio
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