Red
20 aprile 2021
Intercultura: da Alghero un ponte col mondo
Ecco l´occasione per rispondere alle domande delle famiglie che desiderano aprire la propria porta al mondo attraverso un’esperienza educativa, ospitando uno studente straniero
ALGHERO - Vivere un'esperienza internazionale pur rimanendo nella propria città? Si può. E non si tratta solo di una possibilità, ma di una una vera e propria opportunità per crescere come persone e come cittadini consapevoli del proprio ruolo nella società civile. E' passato più un anno dall’inizio di questa pandemia che ha portato dolori e sofferenze, spesso vissute in silenzio dalle persone, ma, per gli operatori nel mondo della formazione giovanile, sta dando anche una grande opportunità: riflettere sul ruolo fondamentale delle interazioni tra gli adolescenti che si trovano a vivere un periodo di cambiamento a livello emotivo ed educativo. Nel territorio di Alghero sono attualmente accolti da altrettante famiglie locali tre ragazzi, Irina dalla Romania, David dall'Ungheria e Jerónimo da Panama.
Che cosa significa accogliere uno studente straniero in classe? Laddove il mondo sembra aver congelato gli spostamenti, dai muri perimetrali delle nostre case alle frontiere tra le Nazioni, aprirci all’internazionalità pur rimanendo stanziali può rappresentare un surrogato a questa immobilità forzata. Ponti di dialogo e di conoscenza tra le culture, questi ragazzi costituiscono per le scuole i catalizzatori per la crescita dei loro alunni che, chiusi nella dimensione virtuale delle lezioni in Dad, rischiano di non riuscire ad alzare lo sguardo dal proprio ombelico e a rinnovare la voglia di confrontarsi con i propri coetanei nel mondo reale. I ragazzi sono ospitati dall'Istituto di istruzione superiore “Roth” di Alghero che ha una lunga tradizione di collaborazione con Intercultura: tanti sono gli studenti partiti e ospitati negli anni. Lo testimonia Marco Piga docente dell'Istituto e referente Intercultura: «Quando i tre ragazzi sono arrivati lo scorso novembre, le lezioni erano al 100percento in Dad».
«Nei primi tempi – racconta Piga - David ha avuto tantissime difficoltà a seguire le lezioni, tanto, a volte da addormentarsi. Alla fine della lezione rimanevo in collegamento per chiamarlo e aiutarlo ad allinearsi a quanto si era affrontato nel corso dell’incontro on-line. Per fortuna il ragazzo ha potuto contare sull’aiuto dei volontari di Alghero di Intercultura e della famiglia ospitante (molto coinvolta, addirittura partecipa ai colloqui con i professori), che gli hanno dato una mossa. E le cose sono cambiate. Soprattutto dopo che, a seguito un incontro on-line con Intercultura, ho pensato di creare un progetto coinvolgendo le tre classi ospitanti in cui i compagni di classe diventassero “peer tutor” per dare una mano ai ragazzi stranieri. Le classi hanno risposto molto positivamente facendo ripetizioni nelle varie materie curricolari, come conversazione in italiano (senza necessariamente leggere “I promessi sposi”, ma semplicemente un fumetto o un’intervista a un cantante) e ora che le lezioni sono al 75percento (una settimana in Dad e una in presenza) l'atteggiamento del ragazzo ungherese nella sua classe è cambiato in meglio. Il progetto sta partendo e i compagni di classe lo vorranno anche portare (a gruppi di tre) in giro per la città nell’ambito della lezione di turismo e si eserciteranno a fare da guide. Il progetto sarà calcolato come Ptco».
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