Red
19 aprile 2021
Cooperazione Ue: via al progetto Stand up
Al via il training per lo sviluppo di progetti di economia circolare nel settore tessile. Un´azienda sarda scommette su sughero, cotone organico e lino, con produzione a chilometro zero
CAGLIARI - Favorire lo sviluppo di idee, progetti e modelli di business sostenibili ed eco-innovativi, fornendo alle giovani start-up un training adeguato, consulenze di esperti del settore gratuite e l’accesso a sistemi di voucher per l’internazionalizzazione, opportunità di networking e un accesso più facile ai servizi finanziari. Con un occhio particolare rivolto al settore della moda e della sostenibilità in ambito tessile. La Sardegna partecipa al progetto “Stand up!”, call for proposals lanciata dal programma “Eni Cbc Med”, di cui la Regione autonoma della Sardegna è autorità di gestione. Il progetto di “Sustainable textile action for networking and development of circular economy business ventures in the Mediterranean” coinvolge Italia, Spagna, Libano, Tunisia ed Egitto, Paesi del bacino mediterraneo connotati da una forte tradizione nel settore tessile. 3,7milioni di euro il budget totale, di cui 3,3milioni finanziati dall’Unione europea e il restante 10percento cofinanziato dai Governi nazionali dei cinque Paesi.
Il mondo del tessile oggi guarda a sfide importanti, che vedono da un lato l’utilizzo di materiali eco-sostenibili, la cui produzione limiti l’impatto ambientale, e dall’altro, sostengono sempre di più l’idea di riciclo e riuso dei tessuti. In Italia, il progetto è gestito dal Museo del Tessuto di Prato, che coordina le attività della fase di training che prenderà avvio martedì 20 aprile per i quaranta soggetti selezionati tra i 110 candidati che hanno sottoposto la loro idea di progetto innovativo. Tra questi anche una start-up isolana, composta da Giulia Uccheddu, Francesco Pilloni e Andrea Vacca: il team ha proposto il progetto “Sardomi”, che prevede la produzione di collezioni di abiti ispirati al patrimonio artistico-storico-materico sardo e realizzati con materiali eco-sostenibili (cotone organico e lino), 100percento “made in Sardegna”, prodotti solo su commissione e a chilometro zero: il progetto mette così in connessione il potenziale cliente all'artigiano/sarto desiderato, tramite una piattaforma realizzata ad hoc. Non solo: il giovane team scommette anche su un altro importante materiale del patrimonio regionale, il sughero, per la realizzazione del packaging.
La fase di “Capacity building” indirizzata ai quaranta giovani startupper e imprenditori selezionati prevede un programma interamente gratuito con incontri tematici tenuti da esperti, sulla sostenibilità e la circolarità nella moda, e si svolgerà nelle prossime sei-otto settimane, in contemporanea con i training proposti nei cinque Paesi del Mediterraneo partner del progetto, ciascuno indirizzato a una selezione locale di quaranta progetti sostenibili e circolari e arrivando a coinvolgere in totale circa 200 giovani eco-innovatori e startuppers nell’area del Mediterraneo. Obiettivo comune, la promozione di iniziative di economia circolare replicabili e inclusive nella regione, mediante un ecosistema di supporto alle imprese, innovazione e trasferimento tecnologico che porti alla creazione di posti di lavoro sostenibili per i giovani e le donne.
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