Red
1 aprile 2021
Nuove Province: i Riformatori non ci stanno
Il gruppo consiliare dei Riformatori sardi prende così le distanze dal testo unico approvato a larga maggioranza dal Consiglio regionale. «Inoltre – concludono Aldo Salaris, Sara Canu e Michele Cossa - siamo preoccupati per l’immagine che questa scelta darà alla Sardegna a livello nazionale, in un momento in cui le Regioni speciali sono fortemente sotto attacco»
CAGLIARI - «Noi Riformatori siamo stati i promotori del referendum per l’abolizione delle province, ed oggi ribadiamo la nostra posizione di contrarietà all’istituzione dei nuovi enti intermedi. Quanto votato in Consiglio regionale - spiegano Aldo Salaris, Sara Canu e Michele Cossa - non era parte del programma elettorale con cui questa Maggioranza si è proposta agli elettori».
Non c'è pace in seno alla Maggioranza regionale. E il “nodo Province” non può andar bene ai Riformatori sardi, che da tempo si sono espressi in direzione diametralmente opposta, come espresso anche ieri (mercoledì).
«Continuiamo a credere e sostenere che al centro del sistema non possano che esserci i Comuni, e che andavano trovate altre soluzioni per gestire i servizi di area vasta: sono i Comuni il vero presidio del territorio, il livello istituzionale più prossimo ai cittadini. Nel referendum del maggio 2012, 525.651 sardi votarono per abolire le province, è bene ricordarlo».
Il gruppo consiliare dei Riformatori prende così le distanze dal testo unico approvato a larga maggioranza dal Consiglio regionale [LEGGI]. «Inoltre – concludono Salaris, Canu e Cossa - siamo preoccupati per l’immagine che questa scelta darà alla Sardegna a livello nazionale, in un momento in cui le Regioni speciali sono fortemente sotto attacco».
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