Il presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas sottolinea «Un sistema più equilibrato ed efficiente», commentando la riforma che porta l´Isola ad avere sei Province e due Città metropolitane
CAGLIARI - «Il disegno di legge di riforma delle Autonomie locali, che riorganizza le competenze tra Regione ed enti intermedi, è la risposta ai bisogni e alle aspirazioni dei diversi territori, che potranno meglio sentirsi rappresentati e tornare a essere protagonisti nelle scelte che ricadono direttamente sulle Comunità di appartenenza. Abbiamo davanti una riforma di grande valore, che produrrà effetti positivi non solo per le grandi aree urbane, ma anche per i territori e le comunità dell'interno, con una maggiore partecipazione e un vero decentramento di rappresentanza e servizi».
Così il presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas commenta il testo unico approvato dal Consiglio regionale che modifica l’assetto degli Enti locali portando a sei le Province (Gallura, Nuoro, Ogliastra, Oristano, Medio Campidano e Sulcis-Iglesiente), a due le Città metropolitane (Sassari in aggiunta a Cagliari, che si allarga e passa da diciassette a settantadue Comuni) e introducendo anche le Unioni di Province
[LEGGI]. Una riforma che il governatore dell'Isola considera un passo importante verso l’efficienza organizzativa del sistema di servizi a supporto dei cittadini.
«La ridefinizione in modo equilibrato delle funzioni degli Enti locali risponde all’esigenza di costruire un sistema competitivo, efficace ed efficiente, che garantisce maggiori servizi ai cittadini in un’ottica di semplificazione e facilitazione del rapporto tra cittadino e Istituzioni - spiega Solinas - L’obiettivo finale, e la filosofia di base che è anche motore della legge, è quello di semplificare la vita dei sardi ampliando il ventaglio di prestazioni e servizi offerti e aprendo una nuova stagione che tenga inevitabilmente conto delle esigenze quotidiane di vita e di lavoro dei cittadini, radicalmente cambiate dalla pandemia. Oggi la Sardegna sta attraversando una crisi profonda che rende ancora più evidente la necessità di una gestione ottimale del bene pubblico, condizione fondamentale per uscire dalla crisi sanitaria ed economica che ha reso ancora più vulnerabile il sistema sardo. La strada segnata con la riforma degli Enti locali va proprio in questa direzione. Una riorganizzazione in chiave federalista, con più autonomia e protagonismo dei territori e maggiori servizi si traducono in più possibilità per i giovani e rappresentano formidabili armi di contrasto allo spopolamento e all’esodo giovanile».
Nella foto: il presidente regionale Christian Solinas