Luciano Deriu
20 marzo 2021
L'opinione di Luciano Deriu
Questa di Punta Giglio è una storia triste
Sono stato uno dei primi a essere stato contattato dal gruppo d’impresa che partecipava al Bando “Cammini e percorsi”. Una mail del 2017 mi invitava ad un incontro per discutere di un futuro progetto di “valorizzazione” di Punta Giglio. Ero allora Presidente della Legambiente algherese e evidentemente il gruppo imprenditoriale intendeva tastare la risposta degli umori locali. Risposi che non ero interessato a nessun incontro. Ogni intervento privato era per me semplicemente impossibile. L’area era adatta ad un museo storico, a un punto informativo e di piccolo ristoro. Ma c’era un parco regionale, appositamente istituito per difendere l’integrità dei luoghi e valorizzarli nella maniera giusta per la natura e per l’uomo. Era il suo mestiere. La vicenda di questi giorni su Punta Giglio è una storia triste.
Non è per me facile districarmi in un groviglio di leggi e regolamenti, demaniali, regionali, nazionali, ZPS, SIC. Ma la concessione a una sostanziale privatizzazione di Punta Giglio è un impatto violento, non tanto per gli uccelli, certo anche per loro è anche grave, ma soprattutto per il sentimento di una comunità. I giovani del Quinto Elemento non sono algheresi e mi dispiace arrecare loro un possibile danno; non lo è neppure il gestore del Parco; ma loro non sanno che per gli algheresi Punta Giglio è un pezzo di cuore. È lo scenario romantico delle nostre passeggiate, di quelle dei ragazzi di oggi e di noi ragazzi di allora.
Fa parte dei luoghi dell’anima di una comunità. L’aveva invece ben capito il FAI inserendo Punta Giglio tra le candidature nazionali dei “Luoghi del cuore”. A Punta Giglio ci arrivava anche Antoine de Saint Exupéry. Ci sembrava un qualcosa da valorizzare e creammo con la cooperativa Exploralghero “Sulle tracce del Piccolo Principe”, un percorso lento fatto di emozioni e letture, senza toccare una pianta o una pietra. Quando nel 1994 nella sede della Legambiente di Cagliari scrivemmo la legge istitutiva del Parco di Porto Conte e la consegnammo al Consigliere Gavino Diana per presentarla in Regione, eravamo poco pratici, ma non pensavamo certo ad alberghi, semmai a sentieri e percorsi leggeri e pubblici, a un rammendo delle strutture storiche e a un grande rilancio dell’agricoltura in chiave moderna pulita, biologica e perciò competitiva. È quello che ancora oggi vogliamo.
*storico, già presidente Legambiente
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